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Così si prepara un secondo viaggio nello Spazio. Parla AstroSamantha

Non prima della fine del 2022, a bordo di una delle nuove navicelle americane (probabilmente più semplici rispetto alla russa Soyuz), e con l’addestramento tipico per poter operare sulla Stazione spaziale internazionale. Sarà così il secondo viaggio nello Spazio di Samantha Cristoforetti, l’astronauta dell’Agenzia spaziale europea (Esa) che Formiche.net ha incontrato nel punto stampa a margine del New Space Economy European Expoforum, dove mercoledì è intervenuta con un inspirational speech dedicato ai ritorni sulla Terra delle attività spaziali. L’iniziativa, che si è chiusa ieri nella Capitale, è organizzata da Fondazione Amaldi e Fiera Roma, con il supporto dell’Asi e la collaborazione di Space Foundation e Regione Lazio. Un paio di settimane prima, grazie al consolidato impegno del Paese nell’ambito dell’Esa, per AstroSamantha è arrivato il biglietto per il secondo viaggio al di sopra dell’atmosfera. Tra il 2014 e il 2015 passò oltre sei mesi a bordo dell’Iss, l’avamposto umano ora sotto il comando del collega Luca Parmitano.

Ci sono tempistiche per il suo prossimo viaggio?

Una data vera e propria non c’è, poiché, come Esa, non abbiamo manifesti di volo concreti e credibili dopo il volo di Luca. La rotazione dell’equipaggio dipende oggi dall’andare a regime, in tempi più o meno rapidi, dei nuovi veicoli americani, Crew Dragon e Starliner. Finché non faranno il test flight e si riterrà di farle andare a regime con rotazioni regolari, sarà molto difficile poter fornire delle date. Penso comunque non prima della fine del 2022. Se le cose iniziano ad andare a regime con un ritmo relativamente sostenuto, potrebbero essere questi i tempi.

Quando ci si inizia ad addestrare per un viaggio del genere? È una formazione costante?

In realtà gli astronauti si preparano quasi sempre specificatamente in vista di un volo. Si può fare ogni tanto qualche attività addestrativa particolare. Quest’estate, ad esempio, sono stata coinvolta in una missione sottomarina, Neemo23. Si tratta di attività che aumentano la nostra professionalità e che vengono condotte in maniera abbastanza regolare. Tuttavia, un addestramento veramente quotidiano ha senso solo quando si è assegnati a una missione.

Quando potrebbe partire l’addestramento per la sua prossima missione?

Sinceramente non lo so. Essendo i nuovi veicoli americani diversi dalla navicella russa Soyuz con cui ho volato la prima volta, il percorso di addestramento sarà diverso, e penso più corto.

Questo perché la navicella sarà più semplice?

Credo di sì. Consideri che ho fatto almeno due anni e mezzo di addestramento per la missione a bordo della Stazione spaziale internazionale, di cui un anno lo si può ritenere dedicato solo alla Soyuz. Fu un addestramento molto approfondito, anche perché per quella navicella avevo un ruolo di gestione della macchina in qualità di ingegnere di bordo. Ci stiamo adesso spostando verso veicoli americani che probabilmente saranno più automatizzati, e che quindi avranno bisogno di meno gestione della macchina. Poi, altrettanto probabilmente, tali ruoli saranno svolti dagli astronauti americani. Quindi penso che ci vorrà poco addestramento. Rimane naturalmente inalterato l’addestramento per le attività a bordo della Stazione spaziale, tra cui quello molto impegnativo per le “passeggiate spaziali”.

Tra l’altro, nello stesso periodo procederanno i lavori per il Lunar Gateway, l’avamposto con cui gli Stati Uniti puntano a tornare sulla Luna entro il 2024.

In realtà il Lunar Gateway procederà parallelamente alla missione lunare. Il programma è diviso in due fasi. La fase uno è il nucleo iniziale del Gateway, che verrà costruito entro il 2023 per poi permettere la missione sulla Luna l’anno dopo. Contestualmente, anche in Europa continueremo a lavorare sui nostri contributi al Gateway, ad esempio sul refueler (il modulo Esprit per i rifornimenti, ndr) e sul modulo abitativo. Entrambi verranno lanciati subito dopo, cioè nella fase due. L’assemblaggio del Gateway sarà dunque un po’ spezzato dalla missione lunare. Quest’ultima è legata alla deadline che gli americani si sono dati, ma il programma per il Lunar Gateway continuerà a prescindere.

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