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Venezuela, chi ha messo nei guai il cerchio magico di Maduro

Nuova stretta dei Paesi latinoamericani contro il regime di Nicolás Maduro in Venezuela. I membri del Trattato interamericano di reciproca assistenza (Tiar), cioè Panama, Colombia, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Cile e Perù, hanno deciso ieri nuove sanzioni finanziarie e nuove restrizioni di viaggio contro “persone associate” al governo di Maduro, seguendo l’iniziativa intrapresa tempo fa dall’amministrazione di Donald Trump.

Come ha spiegato il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, la strada più conveniente per “attaccare” la dittatura socialista venezuelana è quella di bloccare le entrate economiche ed escludere l’uso della forza militare.

Per questo motivo, molto probabilmente, durante la riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi del Tiar, si è disposto che nei riguardi di queste persone (legate a Maduro) “l’attivazione dei meccanismi di cooperazione e delle procedure necessarie, in sintonia con le legislazioni nazionali e i meccanismi esistenti di cooperazione in materia d’intelligence finanziaria”. La misura ha trovato la resistenza del governo di Panama, che si è astenuto durante il voto. Non sono stati ancora forniti i nomi dei 29 funzionari e famigliari del regime che saranno colpiti da queste sanzioni.

Nel documento, è stato chiesto ai rappresentanti permanenti dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) di continuare a seguire la crisi venezuelana per formulare nuove raccomandazioni. Perché la situazione in cui si trova il Venezuela – si legge nel testo – non è indifferente ai Paesi della regione perché “rappresenta una minaccia per il mantenimento della pace e della sicurezza nel continente”.

Il Tiar ha anche respinto le recenti accuse rivolte contro il presidente del Parlamento venezuelano, Juan Guaidó, accusato di malversazione dei fondi ricevuti per gli aiuti umanitari.

Un’inchiesta giornalistica del sito di informazione indipendente Armando.info (canale di informazione che ha partecipato alle inchieste Panama Papers e Paradise Papers), ha puntato il dito contro nove deputati dell’opposizione per gestioni a favore dell’imprenditore colombiano Carlos Lizcano, coinvolto in un programma di distribuzione di alimenti sussidiati di Maduro. Lizcano sarebbe la mano esecutiva di altri due imprenditori colombiani, Alex Saab e Álvaro Pulido, sanzionati dagli Stati Uniti per riciclaggio e aumento dei prezzi dei prodotti alimentari in Venezuela.

Ma non è un caso isolato. La scorsa settimana, Humberto Calderón Berti, ex rappresentante del governo ad interim in Colombia, accusò l’opposizione venezuelana di avere usato in maniera illecita le risorse destinate ai 148 militari che hanno disertato dall’esercito di Maduro all’inizio del 2019. Queste denunce hanno fatto crollare la popolarità di Guaidó, da 63% a 42% secondo il sondaggio di Datanalisis, a poco meno di un anno dalla ribellione del 23 gennaio contro Maduro.

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