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Scuola/Meglio lo Statalismo il Pluralismo è pericoloso

La scuola libera e il pluralismo educativo oggi sono pericolosi, si incorre nel rischio di avere dei CITTADINI.
L’unica spiegazione alla logica di uno statalismo imperante nella Scuola è quella di garantirsi dei SUDDITI

Non trovo altra spiegazione

La chiusura della famosa scuola milanese “Vittoria Colonna” non si può paragonare né alla vendita di Pernigotti ai Turchi, né alla svendita, a pezzi, dell’Italia, dalla moda all’agro alimentare, dai brevetti ai borghi medievali. E’ molto peggio. Cerchiamo di capire.

Le Figlie del Cuore di Maria sono a Milano, in via Conservatorio, dal 1896. Il Cardinale Andrea Carlo Ferrari considerò pastoralmente utile la presenza nella metropoli di una scuola cattolica che, senza avere esteriormente un aspetto confessionale, avrebbe elevato la cultura e il ben essere, anche spirituale, dei fedeli. Una scuola per crescere, come ascensore spirituale e sociale.

Dopo 123 anni Milano ha ancora bisogno di cultura e ben essere, …soprattutto spirituale, per i cittadini, ma il Colonna non sarà più là ad offrire questo servizio, nel frattempo – con la Legge 62/2000 – dichiarato pubblico dallo Stato. Una possibilità in meno per tutti, una scelta che non sarà più possibile a nessuno.

La scuola, in estrema sintesi, non riesce ad indebitarsi oltre per essere garanzia di pluralismo a fronte di uno Stato che considera la libertà di scelta educativa un lusso da far pagare alle famiglie. Dunque il gestore getta la spugna (Comunicato Stampa).

Sono passati 120 anni di scelta educativa, dal Nido al Liceo, da parte di Genitori che a Natale, ai loro figli (c’è chi ne ha cinque) regalano le scarpe e una educazione seria, il passaporto per il futuro. Generazioni intere sono state formate come solidi padri e madri di famiglia e anche come responsabili in aziende, in politica, nella società. Gente seria, contribuenti onesti, a volte anche credenti appassionati.

Negli ultimi 120 anni in Italia studiare era importante: ci si riscattava attraverso una cultura soda; la scuola era vista come ascensore sociale, come opportunità. Non c’erano scorciatoie da prendere, raccomandazioni che tenevano, non ci si poteva improvvisare “rottamatori”, “pifferai magici”, “pesci” di varie tipologie pensando di essere ascoltati, osannati, votati.

Dunque dopo 120 anni di storia, chiude un centro culturale, un polo educativo a Milano; ne chiudono quasi 400, di scuole paritarie, ogni anno in altrettanti contesti italiani che erano stati – e non saranno più – animati e migliorati.

Trecento famiglie devono fare i conti con un percorso educativo scelto, condiviso, che si interrompe, devono ricollocare altrove i figli come pacchi, rinunciando forse al pensiero libero e alla scelta ragionata. Non è servito, a queste famiglie, avere sogni di normalità e di bene per i propri figli, e neppure è servito pagare due volte la scelta del Colonna con le tasse (un allievo della scuola statale costa 10 mila euro annui) e contemporaneamente con le rette. Famiglie semplici, con una vita frugale, mamme indaffarate per il lavoro, ma che fanno i biscotti a santa Lucia per gli amici e che pensavano di aiutare la loro scuola con le tortine…. Fra qualche anno in Italia avremo la scuola pubblica statale per tutti, costosissima e inefficiente, e la scuola pubblica paritaria dalle rette over 7.000 euro annui, quella dei ricchi per i ricchi, che non soffre e non chiude. Avremo cosi realizzato l’ambizione statalista dell’Istruzione pubblica: una scuola unica e di regime per tutti e una scuola privata dei ricchi per i ricchi. Ecco servita l’ingiustizia: il ricco sceglie e il povero si accontenta.

E’ anche costosa, questa ingiustizia: 7 miliardi di euro all’anno per distruggere il pluralismo e impedire la libertà di scelta educativa prevista dalla Costituzione Italiana prima, e dalla Dichiarazione dei Diritti umani poi. A fronte di 10 mila euro annui per un allievo alla scuola statale mancano docenti formati e motivati, anche di sostegno, servizi mensa efficienti, imprese di pulizia serie, interventi di messa a norma e… la carta igienica, che magari c’è, ma sparisce misteriosamente. Per le pubbliche paritarie, che accolgono quasi un decimo della popolazione scolastica, il contribuente spende 500 euro annui per alunno, “senza oneri per lo Stato”, anzi, con un notevole vantaggio per l’erario e un danno enorme per il cittadino.

A 20 anni dalla legge sulla parità si ha il legittimo desiderio di essere smentiti dal Ministro di turno e di competenza sulle seguenti questioni:

  1. le scuole paritarie non sono un onere ma un vantaggio per lo Stato
  2. in una gravissima illogicità di sussidiarietà al contrario, le famiglie italiane finanziano i disavanzi del Ministero e dello Stato italiano scegliendo la paritaria
  3. lo Stato italiano preferisce spendere di più e male pur di ledere il pluralismo educativo. Le 300 famiglie del Vittoria Colonna – se trasferite in blocco alla scuola statale – costeranno all’imposizione fiscale euro 300 X 10.000 = 3.000.000. di euro annui più la somma che sino a ieri ha risparmiato di euro 2.000.000. Gestione oculata e attenta dei danari pubblici. La chiusura del Vittoria Colonna costa di tasse, se queste famiglie si riverseranno legittimamente nella scuola statale, 5milioni di euro nel 2020. Aumenteranno le tasse…fino all’80%?
  4. non si comprende la ragione di NON garantire un diritto riconosciuto dallo Stato spendendo miliardi di euro annui per perpetuare questa ingiustizia.
  5. chi ci guadagna da una cultura statalista della scuola che sembra indirizzarsi verso il monopolio? Di fatto nessuno…. Si abbassa il livello culturale, la coscienza critica, la capacità di argomentare. Si mette “il cervello all’ammasso”, come saggiamente dice il popolo…

In un recente convegno sull’autonomia e la libertà di scelta, la presidente del Senato Casellati ha affermato che “il diritto all’istruzione” da un lato “realizza il diritto fondamentale di libertà, dignità e autonomia del singolo individuo” e dall’altro “pone in essere le migliori condizioni perché ciascuno di noi contribuisca alla costruzione di una cittadinanza responsabile”. “Attraverso l’istruzione – ha osservato – formiamo le future generazioni, ma riusciamo anche a dare nuova linfa a quel patto sociale su cui si regge l’essenza stessa della nostra società”. E se “la Costituzione indica la via: sancisce i diritti, prescrive i doveri”, la presidente del Senato ha evidenziato che “è compito delle Istituzioni fare in modo che quei diritti vengano garantiti, che quei doveri siano assolti(l’intervento).

Il rumore che fa la chiusura della scuola Vittoria Colonna, arrivi sino ai palazzi del ministero, dei ministri, del premier per chiedere loro di avviare rapidamente la soluzione: il costo standard di sostenibilità per allievo, orientato a far sì che la “libera scelta delle scuole da parte dei Genitori” non sia più un terreno di scontro ideologico tra partiti, ma sia la procedura trasparente ed efficace per allineare l’Italia ai Paesi civili più avanzati, dove tutte le famiglie, e quindi anche quelle povere, godano degli stessi diritti di accesso all’Istruzione Pubblica, che non può essere unicamente “statale”, pena il venir meno della libertà di scelta, in una pluralità di offerta formativa, espressa dalla Costituzione. Tale strumento metterebbe al centro del sistema lo studente, favorirebbe la libertà di scelta educativa da parte delle famiglie, creerebbe una positiva competitività tra le scuole migliorando la qualità didattica, e produrrebbe un notevole risparmio sulla spesa scolastica da parte dello Stato.  Nell’immediato occorre riprendere i lavori del Gruppo di lavoro per la definizione dei costi standard per studente (Decreto ministeriale n.0000917 del 22/11/17). Il gruppo di lavoro, in carica per un triennio (2018-2019-2020), dopo il primo insediamento non ha ancora potuto operare. Il tema scuola, autonomia, parità e libertà di scelta educativa sono temi trasversali che necessitano di ricerca, studio, approfondimento, confronto scientifico e continuativo. Sic et simpliciter.



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