Da sempre mi rincresce notare come tutto il rigore della società, delle “agenzie sociali”, scuola, famiglia, sia riservato ai feriali, con ragazzi senza ossigeno, poi arrivano i “festivi”, della sregolatezza, un sistema che uccide due volte.
Sedicenni/diciottenni a cui la politica ha tolto un bel po’ di ore quest’anno di alternanza scuola lavoro, perché il programma ne poteva risentire. L’incontro con il mondo, del resto, può aspettare. C’è tempo. Anche se i ragazzi nelle aziende sono stati un’aria fresca, per tutto il Paese. (Con i divari purtroppo, che conosciamo).
Il ministero poi dell’istruzione sta varando leggi preoccupato dalle bibite gassate a scuola.
Nel frattempo, i sabati, i weekend, quando iniziano le vacanze, una generazione si riversa nella cosiddetta “movida”. Nel frattempo intorno vi è la ritirata di tutte le istituzioni. Il coprifuoco della cultura, con biblioteche chiuse dal primo pomeriggio, palestre delle scuole già non tutte attrezzate altrettanto serrate, teatri scolastici spenti, eppure non immaginate quanta voglia ci sia tra i nostri ragazzi a fronte dell’offerta che è invece organizzata al mattino, e le sere sono abbandonate. Senza alcun presidio, nessun alleato, un “invito sapiente”.