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Dati e fake news. Così la Commissione Ue risponde a Cina e Russia

“Ci sono attori esterni specifici – in particolare la Russia e sempre più la Cina – che stanno utilizzando attivamente la disinformazione e le relative tattiche di interferenza per minare la democrazia europea e continueranno a farlo fino a quando noi non dimostreremo che siamo più disposti a tollerare queste aggressioni e interferenze”. Una manipolazione che è stata “armata”, per colpire “dove farà male”, come dimostrato da diversi casi: l’abbattimento del velivolo MH-17, l’uso di armi chimiche nell’attentato a Salisbury o il recente nel tentativo di dipingere la Polonia come responsabile della Seconda guerra mondiale e di assolvere l’Unione Sovietica da qualsiasi responsabilità”.

Ha parlato così oggi Věra Jourová, vicepresidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza, nel discorso d’apertura della conferenza “Disinfo Horizon: Responding to Future Threats” presentando il suo European Democracy Action Plan. Esponente di ANO 2011, il partito del premier ceco Andrej Babiš, è stata titolare del portafoglio per la giustizia, la tutela dei consumatori e l’uguaglianza di genere durante la precedente Commissione, quella guidata da Jean-Claude Juncker.

“Da persona cresciuta in un regime comunista, so bene cosa significhi crescere circondati da bugie e manipolazione”, ha spiegato. “Ogni giorno sentiamo che il male è buono, che meno è meglio, che le democrazie rappresentano dei nostri nemici, che l’oppressione è libertà. È stato uno dei motivi per cui i popoli dell’Europa centrale e orientale hanno scelto la democrazia”.

Per “difendere e promuovere la democrazia” c’è bisogno, ha spiegato il vicepresidente della Commissione europea, di creare un ecosistema digitale regolamentato. “Manca trasparenza nel modo in cui il contenuto viene indirizzato a noi e su chi controlla gli algoritmi”, ha detto parlando del political advertising.

La Commissione guidata dalla tedesca Ursula von der Leyen sembra dare segnali di preoccupazione verso la Cina. Lo dimostrano le preoccupazioni emerse nella toolbox presentate ieri ma anche una proposta, diffusa dalla Reuters, secondo cui l’Unione europea vorrebbe creare un singolo mercato dei dati mirato a sfidare il dominio di giganti tech statunitensi del calibro di Facebook, Google e Amazon. Come spiega l’agenzia di stampa, la proposta punta a imbrigliare le grandi piattaforme online e dovrebbe essere presentata il 19 febbraio prossimo. Sarebbe la dimostrazione dell’intenzione di Bruxelles di rompere il dominio dei giganti tech statunitensi su grandi quantità di dati sensibili e di competere più efficacemente con i rivali cinesi.

“Competitor come la Cina e gli Stati Uniti stanno già innovando velocemente e progettando le loro idee per l’accesso dei dati e per il loro uso in tutto il mondo”, si legge nel documento. Per questo l’obiettivo dovrebbe essere “creare un singolo spazio dati europeo, un vero e proprio singolo mercato di dati” attraverso una serie di nuove norme riguardati l’uso di dati a livello internazionale, la loro interoperabilità e gli standard legati al cambiamento climatico, all’industria automobilistica, ai settori manifatturiero, healthcare, dei servizi finanziari, agricolo ed energetico.

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