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Rinnovabili e finanza sostenibile. Ecco la strategia di Enel

Di Sara Strada

Il 2019 è stato per Enel un anno di svolta: la produzione elettrica da fonti rinnovabili ha raggiunto a livello globale quella da fonti convenzionali. Un traguardo reso possibile da una strategia di business che dal 2015 si è focalizzata sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e che ha fatto sì che il Gruppo diventasse il leader mondiale nei settori delle reti di distribuzione e delle energie pulite, con la più vasta base di clienti retail (71 milioni) e circa 46 GW di capacità gestita tra eolico, solare, geotermico e idroelettrico.

L’azienda ha saputo cogliere prima degli altri le opportunità legate ai trend globali della decarbonizzazione e dell’elettrificazione, confermandosi tra i leader nella transizione energetica. Agli importanti traguardi raggiunti si è sommato l’apprezzamento degli investitori e del mercato dimostrato dal valore di capitalizzazione di borsa che ha raggiunto un nuovo record superando i 73 miliardi di euro ed un prezzo per azione di oltre 7,2 euro, portando la società guidata da Francesco Starace al vertice del listino di Piazza Affari e di tutto il settore utility in Europa, nonché una delle più grandi aziende a livello globale.

Nel periodo 2020-2022 Enel ha in programma investimenti per 28,7 miliardi di euro, pari a un incremento dell’11% rispetto al piano precedente, che porteranno a un Ebitda atteso di 20,1 miliardi di euro nel 2022 (+13% rispetto ai 17,8 miliardi di euro previsti nel 2019). Gli investimenti si concentreranno principalmente su tre Obiettivi di sviluppo sostenibile (i Sustainable Development Goals fissati dall’Onu nell’Agenda 2030), che rappresenteranno circa il 95% dei capex cumulati di Gruppo nel periodo 2020-2022: energia pulita e accessibile (SDG 7), industria, innovazione e infrastrutture (SDG 9) e città e comunità sostenibili (SDG 11), che contribuiscono complessivamente alla lotta contro il cambiamento climatico (SDG 13).

Alla decarbonizzazione sarà destinato circa il 50% del totale, con 14,4 miliardi per accelerare la realizzazione di nuova capacità rinnovabile e la sostituzione progressiva della generazione da carbone. Entro il 2022, si prevede lo sviluppo di 14,1 GW di nuova capacità rinnovabile (+22% rispetto al piano precedente) e la riduzione della capacità e la produzione da carbone del 61% e del 74%, rispetto al 2018. La sostenibilità diventa quindi un requisito essenziale anche per gli investimenti finanziari in quanto contribuisce concretamente a creare valore come dimostrato dal record di capitalizzazione di mercato raggiunto dal titolo nelle ultime settimane.

È la chiusura del cerchio. Lo stadio più recente di questo percorso evolutivo è l’emissione da parte di Enel del primo General Purpose SDG Linked Corporate Bond al mondo, che a settembre scorso ha debuttato sul mercato Usa (per 1,5 miliardi di dollari) e in ottobre in quello europeo (per 2,5 miliardi di euro). Si tratta di obbligazioni i cui proventi non saranno destinati a singoli progetti, bensì supporteranno la strategia interamente sostenibile di Enel, basata appunto sugli Obiettivi SDG dell’Onu. Le fonti di finanza sostenibile garantiranno il 43% del totale delle fonti di finanziamento di Enel nel 2022 (per salire al 77% nel 2030) rispetto al 22% attuale.

Per Enel questo vuol dire lanciare una sfida. Coinvolgere la comunità finanziaria, invitando gli investitori a integrare i fattori Esg (Environmental, Social, Governance) nelle scelte di investimento e le agenzie di rating a incorporare i fattori di sostenibilità nelle proprie metodologie di valutazione in modo strutturale e trasparente. Questo contribuirà a ridurre il costo del debito e a migliorare la posizione creditizia. Infatti le obbligazioni emesse da Enel collegate agli SDG sono state caratterizzate, in media, da un costo di emissione di circa 15 punti base inferiore a quello di un’obbligazione convenzionale.

Emerge ormai in modo chiaro che il futuro del pianeta è a rischio così come sono chiari i benefici che possono derivare dall’adozione di modelli di business sostenibili e strategie finanziarie integrate ai principi SDG. In tal senso Enel si è anche impegnata a ridurre del 70% le emissioni dirette di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 2017, ponendosi l’obiettivo di decarbonizzare completamente il mix di generazione entro il 2050. L’impegno per il 2030 è coerente con la riduzione di gas serra necessaria a mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C, come certificato dalla Science Based Targets Initiative, un’iniziativa congiunta del Climate Disclosure Project, del Global Compact delle Nazioni Unite (Ungc), del World Resources Institute (Wri) e del Wwf. La necessità di agire è urgente ed essenziale. La sostenibilità non è più una scelta legata solo ad un aspetto morale, ma è diventata una strategia in ottica industriale perché un business è sostenibile solo nella misura in cui genererà valore nel lungo termine.

 

 

 

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