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Bomba di Handelsblatt su Huawei (che smentisce) e spie cinesi

È il giorno dopo la decisione britannica su Huawei, quello della pubblicazione della toolbox della Commissione europea sul 5G: tutti i fari sono puntati sulla Germania, prossimo Paese europeo chiamato a decidere sul ruolo che il colosso cinese potrà avere nella costruzione dell’infrastruttura tedesca del futuro. E l’Handelsblatt, praticamente Il Sole 24 Ore teutonico, che fa? Spara una notiziona. Il titolo del pezzo è potente – Smoking gun, pistola fumante, in inglese e non in tedesco, particolare non secondario -, il contenuto ancor di più: c’è un documento confidenziale del ministero degli Esteri tedesco condiviso a fine 2019 dai funzionari statunitensi, definito appunto la “pistola fumante” secondo cui “Huawei, è stato dimostrato, ha collaborato con le autorità di sicurezza cinesi”. Sarebbe la prova che il colosso cinese non garantisce sicurezza nella realizzazione dell’infrastruttura 5G.

Huawei ha negato tutto dicendo di “non aver mai fatto né mai farà nulla per compromettere la sicurezza delle reti e dei dati dei propri clienti”. E ancora, si legge nella nota: “L’articolo di Handelsblatt ripete affermazioni vecchie e infondate senza fornire prove concrete”. Un no comment è arrivato, invece, dal ministero degli Esteri tedesco.

Della “pistola fumante” si era parlato anche due settimane fa, quando gli Stati Uniti tentavano di mettere pressioni sul Regno Unito. Come spiega la BBC il colosso ha sempre negato l’esistenza della prova regina ma l’ex premier australiano Malcolm Turnbull, uno dei più convinti oppositori di Huawei, ha spiegato:  “La vera questione non è la ricerca di una pistola fumante, ma chiedersi se la pistola è carica e se si vuole affrontare questo rischio”.

Ieri su Formiche.net illustravamo, citando il giornalista e ricercatore tedesco Noah Barkin, come la decisione del Regno Unito influenzerà i dibattiti in altre parti d’Europa, in particolare in Germania. La posizione del Regno Unito, infatti, è simile a quella della Germania: entrambi pensano sia possibile coinvolgere il colosso cinese in maniera sicura, distinguendo tra parti “core” (server e sistemi) e parti “edge” (antenne e stazioni). Ma, come detto, questa distinzione non convince molto, anche perché Huawei ha spinto su Londra, come su Bruxelles, minacciando ritardi e su Berlino paventando rischi per il mercato dell’auto. 

La Germania, dovrà decidere entro fine anno, ed è già osservata speciale da parte degli Stati Uniti, dopo il passo falso con il Regno Unito. Anche perché recentemente la magistratura tedesca ha aperto un’indagine su tre persone accusate di spionaggio a favore della Cina. Tra di loro, anche Gerhard Sabathil, ex ambasciatore dell’Ue in Corea del Sud.

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