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Serena Ucelli: L’innovazione? Non si impara a scuola o all’università

Spesso si definisce un’organizzazione o un’azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell’offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro.
Persone che hanno fatto loro il proverbio africano “Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa” e che sanno che la vera innovazione è quella condivisa in grado di generare benessere per la collettività.
Quest’intervista fa parte della rubrica Innovatori pubblicata su www.robertorace.com.
Uno spazio in cui proviamo a raccontare le storie degli Innovatori, a scoprirne modi di pensare, predilezioni e visioni del mondo. Cercando di capire meglio cosa ci riservano presente e futuro.

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“La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto” (Albert Einstein).
E’ la massima cara a Serena Ucelli di Nemi (Genova, 22 giugno 1950), giornalista italo-brasiliana naturalizzata e curatrice editoriale.
Dopo essersi trasferita dall’Italia in Brasile a San Paolo nel 1980, Serena e suo marito, l’economista italiano Franco Ucelli di Nemi, insieme all’attuale presidente del gruppo di comunicazione Bandeirantes, Johnny Saad, hanno lanciato l’ Editora Haple, nota principalmente per il giornale Primeiramão, il primo giornale di annunci gratuiti in Brasile.
Serena ha lavorato come giornalista alla Televisione Bandeirantes , nel talk show “Fate la Differenza”, andato in onda sul Channel 21 al sabato a mezzanotte (dal 1998 al 2005) e anche sul programma quotidiano del mattino, con trasmissione in diretta nazionale (Bom Dia Brasil) del Canale 13 della TV Bandeirantes.

Attualmente ha creato la sua casa produttrice Alfazema Films e produce, per vari Canali di TV, Interviste e Monografie con personaggi di rilievo internazionale. Documentari e Materie sui temi: Arte e Futuro del secolo XXI.
Come curatrice ha contribuito al lancio del canale di televisione a pagamento Arte1, anch’esso del Gruppo Bandeirantes, dedicato 24 ore al giorno esclusivamente all’Arte: arti plastiche, danza, musica, letteratura, teatro, cinema, design, moda, architettura, fotografia etc.
Nel 2015, dopo aver catalogato tutti i Parchi di Sculture a cielo aperto nel mondo, ne ha selezionati 27 per la pubblicazione del suo libro Art and Nature – Open Air Museums (Luste Editores).
In seguito Serena ha curato la realizzazione di una serie di nove documentari scegliendo otto tra i Parchi Europei, e uno sulla Fondazione Watermill di Robert Wilson a Long Island, NY, trasmessi dal Canale Arte1 di TV.

D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. Nessuna scuola o università ci può insegnare a diventare un innovatore. È una qualità innata. Gli innovatori sono stati tanti, grazie alla creatività umana, e hanno cambiato il modo di vivere delle persone.
Un innovatore si distingue da un rinnovatore. Sono forze e sforzi differenti. L’innovatore fa meno fatica perché è capace di immaginare una visione realizzabile, è un creativo inarrestabile, spinto da un forte istinto. Concettualmente ha già superato gli ostacoli del cambiamento.

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. Ormai le nuove generazioni sono focalizzate su problemi come lo smaltimento dei rifiuti, il riciclaggio dei contenitori, l’agricoltura sostenibile, gli sprechi alimentari. Tutto già nel prossimo decennio sarà innovato.
L’elettronica sarà rivoluzionata, anche i robot e micro-robot che già fanno parte della nostra realtà entreranno in tutte le aree oltre la medicina e lo spazio e saranno interconnessi ai nostri cervelli. Avremo nuove medicine fatte su misura, compresi gli antibiotici.
Grazie anche alla Intelligenza Artificiale, l’accesso alla conoscenza genererà ancora più conoscenza. Vivremo di più, avremo più tempo libero, consumeremo più arte e, se è vero come diceva Dostoiévski che l’Arte salverà il Mondo…, beh, allora forse ci salveremo.
Moltissime saranno le professionalità inedite che vedremo nascere.

D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Il vero Leader conosce l’arte di auto motivarsi, possiede la self-leadership oltre l’entusiasmo e la razionalità necessari al raggiungimento dei propri obiettivi. Ha fiducia nelle proprie capacità, ed è capace di scegliere i propri collaboratori anche migliori di lui dipendendo dalle aree, li sa incentivare, gli conferisce fiducia e autonomia e li aiuta a rafforzare la squadra.
Il leader ha un suo marchio personale ed è un personaggio inconfondibile.
Leader si nasce, ma penso che si possa anche diventare.

D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. Una persona che ammiro: Tim Berners-Lee, che ha inventato il progetto WorldWideWeb (WWW).
Ho avuto la fortuna di avere più di una persona che ha lasciato il segno nella mia vita: la mia famiglia, mio marito e i miei figli mi hanno sempre appoggiato, capita e incentivata con grande amore.

D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. Credo negli esseri umani, spero in loro. Ho paura che mi deludano.

D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Professionalmente ho avuto due vite. Mi sono inventata e poi reinventata. sempre fedele a me stessa, a quello che mi piace. In questi ultimi dieci anni, ho partecipato con estremo piacere come Curator alla costruzione di un nuovo canale TV in Brasile dedicato 24 ore al giorno all’Arte. Tutti i tipi di Arte. Cinema, Arte Visuale, Fotografia, Architettura, Letteratura, Teatro, etc…
È un grande successo e ora mi dedico anche a interviste e documentari per altri due canali via cavo. La mia prossima sfida è dedicarmi al futuro del secolo XXI con documentari, interviste.

D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. La bellezza mi emoziona, un bel film, un quadro, un capolavoro, un libro che mi tocca … danza, musica, gli esseri umani riescono a sorprendermi e a emozionarmi con i loro percorsi di vita e aspirazioni.
La volgarità mi fa arrabbiare.



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