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In Spagna nasce il primo governo di coalizione della storia democratica

Pedro Sánchez è stato investito come nuovo premier della Spagna dal Parlamento con un margine stretto, anzi, strettissimo. Il leader del Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) ha ottenuto 167 voti a favore e 165 contrari, mentre altri 18 parlamentari si sono astenuti. L’alleanza del nuovo governo spagnolo si regge sull’intesa tra i socialisti, il partito Unidos Podemos di Pablo Iglesias e alcune formazioni politiche indipendentiste.

Dopo la fallita investitura di domenica, era prevista la fumata bianca di oggi, con la maggioranza semplice prevista dalla Costituzione. “Nessuno è uscito dal copione – si legge nella rassegna della sessione del quotidiano Abc -. Pioggia di applausi tra i soci. Si formerà il primo governo di coalizione della storia recente della Spagna”.

Hanno votato a favore di Sánchez i deputati del Psoe, Unidos Podemos, il Partito Nazionalista Vasco (Pnv), Più Paese, Compromís, Nuova Canaria, Teruel Esiste e il Blocco Nazionalista Galego (Bng). Contro l’investitura del socialista, invece, il Partito Popolare, Vox, Ciudadanos, Junts per Catalunya, Unione del Popolo Navarro (Upn), Herri Batasuna (Hb), Candidatura di Unità Popolare (Cup), Partito Regionalista di Cantabria (Prc) e Foro e Coalizione Canaria.

L’investitura di Sánchez e il nuovo governo di sinistra spagnolo sono stati possibili grazie all’astensione decisiva del partito Esquerra Repubblicana di Catalunya (con 13 voti) e EH Bildu (con 5 voti). “Gli indipendentisti catalani hanno fatto valere i loro seggi – scrive il quotidiano El País – per strappare al nuovo governo un tavolo di negoziazione bilaterale con la Generalitat (catalana, ndr) i cui dettagli non sono stati spiegati, anche se il Psoe insiste che saranno dentro il tracciato costituzionale.

“Non si romperà la Spagna”, è stata la prima frase di Sánchez durante il discorso di sabato scorso in Parlamento, mentre presentava il suo programma di governo.

Con il voto di oggi arriva alla fine (per ora) il periodo d’instabilità politica iniziato il 28 aprile del 2019, quando Sánchez non ha raggiunto la maggioranza, costringendo ad un ritorno alle urne il 10 novembre. Ma a guardare ancora più indietro, la crisi politica della Spagna è sicuramente iniziata a giugno del 2018 quando con una mozione di censura è stato destituito il premier e leader del Partito Popolare, Mariano Rajoy, seguita dalla convocazione a febbraio del 2019 delle elezioni generali il 28 aprile dopo la bocciatura del Bilancio di Sánchez.

Certo è che con la nomina di Sánchez si concludono dieci mesi in cui gli spagnoli hanno votato due volte per le elezioni generali, la politica ha polarizzato la società e le istituzioni hanno vissuto momenti di tensione tra i più alti dell’ultimo decennio, con la sfida dell’indipendentismo catalano e l’irruzione dell’estrema destra del partito Vox.

Il leader del Partito Popolare, Pablo Casado, è stato netto nel condannare il nuovo governo. “Lei (Sánchez, ndr) ha forzato un patto con ultrasinistra e indipendentisti  e oggi ce li porta come soci senza dare una spiegazione agli spagnoli. Ha mentito e questa è la premessa con cui nasce questo governo”.

Pablo Iglesias, leader di Unidos Podemos e futuro vicepresidente della Spagna, ha risposto agli attacchi rispondendo (e alla fine della votazione è scoppiato in lacrime dalla gioia). Ai rappresentanti di Vox e Pp, Iglesias ha detto: “Se voi preferite difendere la monarchia, evitate che la monarchia si identifichi con voi. Se qualcosa sapeva il Re Juan Carlos I, che arrivava da dove arrivava, è che solo allontanandosi dalla destra l’istituzione poteva sopravvivere. Forse siete diventati la più grande minaccia per la monarchia”.

Nel suo discorso di investitura, Sánchez ha presentato i valori che reggeranno l’alleanza Psoe-Unidos Podemos. Nel piano di governo c’è la giustizia sociale, la difesa dei servizi pubblici, la coesione e il dialogo territoriale, ma anche una politica fiscale più giusta. “Il denaro non sempre sta meglio nelle tasche di chi possiede una fortuna – ha detto -. Molte volte il denaro sta meglio nelle scuole e nelle biblioteche che ci fanno più saggi, negli ospedali che ci tengono in salute, nelle strade che ci collegano, nelle pensioni che ci proteggono nella nostra vecchiaia, nei commissariati e nei tribunali che garantiscono i nostri diritti e libertà”. Una linea politica guida che è stata definita da lui “patriottismo sociale”.

Con Sánchez premier è previsto che Iglesias sarà vicepresidente in materia sociale, mentre per Unidos Podemos Irene Montero si occuperà del ministero per l’Uguaglianza, Yolanda Díaz (Lavoro), Alberto Garzón (Consumo) e Manuel Castells (Università). I nomi dei ministri in quota Psoe si sapranno nelle prossime ore. Molto probabilmente venerdì si terrà il primo consiglio di ministri; il primo test di unità e intesa di questo inedito e storico governo.

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