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Storia di un tramonto vibrante di umana fragilità e di rovinosa bellezza

Durante il mese di agosto, dell’estate ormai scorsa ho finito di leggere il bel libro ” Con gli occhi di Franca” di Salvatore Requirez , Nuova Ipsa Editore, Palermo e sull’onda di un’emozione che è rimasta viva in questi mesi, rinnovata poi dalla recente visita alla mostra dedicata a Renato Guttuso che ci regala qui a Roma , a Palazzo Montecitorio, l’esposizione de La Vucciria per un gemellaggio ideale con la bella ed opulenta Palermo fino a Gennaio ( con la speranza di una proroga), l’artista che fu Deputato della Prima Repubblica insieme a Sciascia e ad altri grandi della Cultura Italiana di tutti i tempi e che mi ha riportato tutta la forza narrativa della Sicilia e la rappresentazione visiva ed evocativa di un mercato che pullula di vita e di sapori mediterranei, un filo rosso per cui scrivo di questa splendida ricerca così attenta e meticolosa sulla Persona simbolo della Bella Epoque palermitana, Franca Florio, Regina di Palermo e Stella d’Italia come amarono definirla .
Addentrarsi in questa ricerca che come scrive l’autore, Salvatore Requirez, medico, ha voluto contribuire a comprenderne l’alta figura e la personalità di spicco di una delle principali e discusse famiglie più influenti della Sicilia e d’Italia che con capacità e generosità fu al centro della vita culturale ed economica degli anni fulgidi della storia d’Italia tra le Due Guerre mondiali, già dal 1893 al 1950.
È stato come connotare la Storia nella storia, dare un palpito e una mente a quei fatti di un lungo periodo della storia italiana, ma dal di dentro, dal “qui ed ora” che difficilmente i testi di storia e storiografia riescono a rendere , perché proprio tale intimistico sguardo non è nella loro “natura”.
La letteratura diaristica fa veramente sgranare gli occhi su determinati fatti, rendendo al lettore quel “brivido  dell’istante” che nessuna cronaca ricostruita a posteriori può dare. “fuori da ogni tentazione agiografica”, lasciando l’opportunità al lettore di tracciare alla fine le somme di tante connotazioni e di tante sottili e sensibili linee, quel profilo che ben distingue non solo il personaggio, ma anche la Donna e l’anima. E Salvatore Requirez con autentica onestà intellettuale, da vero scienziato ricercatore, ci fa vivere questa esperienza unica, tanto che ne delinea aspetti maestosi del carattere, della forza d’animo, delle fragilità, della intraprendenza e della spiccata perspicacia di una donna classe 1873, figlia del barone Pietro Jacona e di Costanza Notarbartolo di Villarosa, un lignaggio nobile , di antica casata siciliana. Ricerca che mette in luce con uno studio di comparazione tra pagine, diari, annotazioni, cartoline, epistole .
Si finisce per essere grati al libro e all’autore per questo viaggio, che non va vissuto a ritroso, ma come se si fosse direttamente sulla scena e nelle pagine, tanto da scorgere la bella Donna Franca allo scrittoio col suo sorriso di compiacimento, o il cipiglio mondano e frivolo, mai scevro di quell’intelligenza capace di annotare eventi salienti della storia d’Italia, accadimenti della vita pubblica e culturale della sua epoca con quella verve e quell’ironia pungente che le Siciliane vere sanno avere.
La curiosità è che chi scrive questa recensione ha vissuto alcuni luoghi cari a Donna Franca , ricalcandone le orme inconsapevolmente.
Chi non conosce Fiuggi per esempio , il Palazzo della Fonte dove hanno soggiornato D’Annunzio e Pirandello, avvertendo il respiro ed il fascino di quel luogo, chi non ha attraversato una volta, almeno, le vie di Roma dove un tempo hanno vissuto i Florio, avendo osservato quelle particolari e raffinate tracce del Liberty che tanto piacciono e attraggono.
Chi non ha visitato alcuni palazzi siciliani e soprattutto Villa Piccolo a Capo d’Orlando, conoscendo da vicino la raffinata cultura dell’aristocazia siciliana e “sentendo” sulla pelle quei luoghi e quelle stanze in cui la bellezza è passata dalla sfolgorante luminosità del sole siciliano alla penombra fresca, poetica e misteriosa dell’interno delle sale , nelle ville e nei palazzi dove architettura , storia ed arte sono legati indissolubilmente.
Ma Con gli occhi di Franca si discosta dalle storie note e patinate della Bella Epoque,non è solo il raviver scintillante di una famiglia, quella dei Florio che ha reso fulgida l’economia siciliana con le sue idee e le sue industrie e capacità imprenditoriali, facendo delle produzioni e delle risorse territoriali nazionali un vanto d’Italia in Europa e nel mondo, Con gli occhi di Franca è anche la storia di un tramonto vibrante di umana fragilità e di rovinosa bellezzastoria di un tramonto vibrante di umana fragilità e di rovinosa bellezza.
La capacità dei Florio di produrre ricchezza, di contare nell’economia Siciliana e Nazionale, di creare posti di lavoro, di spiccare il volo delle Finanze e di offrire all’ aristocrazia europea e all’aristocratica borghesia di allora ospitalità e convivialità diplomatica fu incrinata da un dispendio superfluo di risorse che indebolirono il patrimonio fino alla rovina . E Donna Franca annota nel suo diario il nervosismo mal celato di Ignazio Florio, le ipoteche sulle tonnare di Favignana, i creditori , le banche, l’effetto dei monopolii bancari che “asfissiano le aziende”, gli scioperi degli operai, il non intervento dello Stato a favore delle industrie Florio che tanto avevano contribuito al benessere nazionale . Nel mezzo il dolore per la perdita dei figli, la descrizione sintetica di un dolore vivo paragonato a quello della Vergine e mirabilmente affidato alla deposizione Baglioni, alla pala d’altare attribuita a Raffaello e dove lo sguardo ancora inconsapevole, ma sensibile e vibrante di Franca si era posato durante una visita alla Galleria Borghese a Roma. Tutto composto il suo strazio di madre e di donna in quello sguardo sul corpo morto del figlio e nella descrizione delle manine , immagine ricorrente e lirica del suo dolore .
La lettura del libro emoziona e rende tutta quella sagacia e quella fierezza siciliana che è ben nota a chi è vicino alla gente di Sicilia capace di sviluppare una loro personalità autentica , segno che la Formazione di un tempo in fatto di erudizione ed istruzione era ben più solida, pur non avendo strumenti all’avanguardia e ahimè, pur essendo riservata a pochi, a quei pochi che hanno irrobustito la spina dorsale d’Italia.
Una Formazione solida e rigorosa in grado di formare la tempra di uomini e donne.
Si è meritata gli illustri appellativi di “Stella d’Italia” ed “Unica” Donna Franca, la sua perspicacia e la sua intelligenza la fanno risplendere sia nei momenti di estrema ricchezza sia nei gravi momenti del declino e tutto si evince dalle pagine di questo libro che introduce per la prima volta un altro mito dei Florio, il mito di un fiero tramonto.
Che cosa affascina di questa creatura? L’arguzia, la capacità di brillare mentre tutto intorno si spegne, di rimanere sul filo d’ordito di una trama fittissima che senza il ricamo non offrirebbe il disegno di una donna d’altri tempi, ottimo modello di personalità e intelligenza, con ironia e aristocratica consapevolezza di essere come un perno nella tessitura di uomini che a soli trent’anni sapevano stare al centro delle compagnie d’affari con spirito imprenditoriale e creatività sebbene i giochi sfociarono nell’azzardo più estremo. Con gli occhi di Franca è tutto questo e molto di più, lascia spazio all’ardire di un giudizio postumo, ad una ricostruzione appassionata, all’amore di un Siciliano per la sua Terra che forse per ungioco misterioso delle parti è entrata tutta nel profilo e negli occhi di Franca e chi non è in grado di apprezzare vuol dire che non è mai stato in Sicilia.



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