Nell’emergenza Coronavirus è spuntato anche il caso di un’agenzia delle Nazioni Unite, l’Icao, cioè l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile che per il suo atteggiamento pro Pechino (e anti Taiwan) rischia di lasciare a terra anche i voli che avrebbero dovuto collegare, da metà febbraio, Milano e Taipei.
Pochi giorni fa Michael Mazza, visiting fellow dell’American Enterprise Institute, aveva segnalato su Twitter uno strano fenomeno: sul social network dall’uccellino azzurro, l’organizzazione (finanziata dagli Stati Uniti con 20 milioni di dollari ogni anno) aveva iniziato a bloccare gli account critici sulla decisione di escludere Taiwan dall’organizzazione. Anche il senatore repubblicano Marco Rubio, membro della commissione Affari esteri del ramo alto del Congresso di Washington, ha evidenziato il caso “scandaloso” su Twitter aggiungendo un particolare: tra i profili bloccati, anche quelli di alcuni membri dello staff del Congresso. “Un altro segnale che stanno dando i loro frutti gli sforzi del Partito comunista cinese per fare pressioni e schiacciare le organizzazioni internazionali affinché si pieghino alle sue richieste”, ha commentato Rubio.
Come spiega Axios, il fatto è importante alla luce del fatto che “Taipei è un hub di transito internazionale e l’esclusione per Taiwan significa non poter prendere parte alla condivisione delle informazioni e alla pianificazione logistica man mano che il Coronavirus si diffonde”.
Il contesto geopolitico, ricorda sempre Axios, è caldissimo. “La Cina vede Taiwan come parte del suo territorio sovrano” e per questo ha sempre spinto Taiwan fuori dalla maggior parte delle organizzazioni internazionali e intergovernative. Tra cui l’Icao, guidata da Fang Liu, cittadino cinese. Così, Taiwan non partecipa alle assemblee dell’Icao dal 2013 finendo esclusa delle decisioni su standard e pratiche internazionali, un elemento “problematico”, nota Axios, durante una crisi internazionale, per esempio un’epidemia come quella in corso.
Su Formiche.net avevamo raccontato alcuni giorni fa la decisione degli Stati Uniti di nominare nomina un inviato speciale all’Onu, che si occuperà di frenare l’influenza di Pechino alle Nazioni Unite. Questa riscoperta del multilateralismo da parte da un’amministrazione, quella di Donald Trump, che aveva dato più volte prova di esserne allergica, avviene dopo la sconfitta di giugno sull’elezione del capo della Fao. La prossima sfida sarà per l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, con un cinese in pole position.
Ma intanto le politiche dell’Icao stanno avendo ripercussioni su Taiwan e i collegamenti tra l’isola e il nostro Paese visto che l’Italia è l’unico Paese europeo ad avere interrotto i voli con la Cina. Infatti, su disposizione delle Autorità sanitarie nazionali l’Enac ha provveduto a sospendere tutti i collegamenti aerei tra l’Italia e la Cina, fino a nuove comunicazioni. Il che, alla luce delle politiche filo Pechino della Fao, significa anche tutto il traffico tra il nostro Paese e Taiwan è sospeso.
A rimetterci quindi sarà anche Taiwan, dove i casi di Coronavirus sono soltanto nove (tutti in quarantena) i 213 morti e 10.000 contagiati in Cina, e le sue compagnie aeree: EVA Air e China Airlines. Colpito in particolare, pensando al nostro Paese, il primo vettore: a metà febbraio, infatti, EVA Air avrebbe dovuto inaugurare la tratta Taipei-Milano.