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Traballa (ancora) l’asse franco-tedesco. I dubbi di Berlino sul caccia del futuro

Di Alessandro Strozzi

Nonostante l’appello dell’ultimo minuto al Bundestag del ministro della difesa francese Florence Parly per l’approvazione dei primi finanziamenti per il caccia da combattimento di nuova generazione franco tedesco, Berlino si rileva dubbiosa in merito, con un probabile rinvio della chiusura dei contratti relativi successivamente alle prossime elezioni in autunno 2021. Questo secondo quanto riportato dalle testate Defence-Aerospace.com e Handelsblatt.

La stampa tedesca riferisce che, nella prossima sessione, la commissione bilancio del Bundestag discuterà in merito ai fondi per la fase preliminare del Programma Fcas detta 1A, che dovrebbe costare circa 160 mln di euro ripartiti tra i due paesi. Questa fase rientra nella più ampia cornice del primo prototipo del velivolo, del costo di circa 8 miliardi di euro; da approvare secondo la tabella di marcia, per il 2021 o del 2022.

Se quanto detto venisse confermato dalla decisione in commissione, ciò costituirebbe una grave battuta d’arresto per l’intero programma. Il rinvio del finanziamento al 2021, o più probabilmente al 2022, avrebbe effetti a catena sostanziali sulle altre fasi del programma Fcas.

A risentirne sarebbe in secondo luogo la cooperazione militare franco-tedesca, già gravemente provata dall’opposizione tedesca all’esportazione di armi sviluppate congiuntamente e la sua insistenza sull’ottenere la fetta più grande per lo sviluppo del drone europeo denominato MALE europeo e del carro armato MGCS .

La Francia ha esortato senza successo il governo tedesco a porre in essere rapidamente la prima fase di sviluppo del Fcas, compresa la preliminare produzione di un prototipo di aeromobile per testare l’innovativo sistema di propulsione.

L’ufficio stampa del Bundestag riferisce che la commissione bilancio voterà sul finanziamento Fcas entro la prossima settimana. Secondo la normativa tedesca, il comitato deve approvare tutte le spese militari superiori a 25 milioni di euro.

Le decisioni su ulteriori fondi verranno prese solo dopo il completamento del progetto pilota previsto per il 2021 e la battuta d’arresto, nel caso si verificasse, persisterà per l’intera durata dell’attuale legislatura. Il progetto Future Combat Air System (Fcas) dovrebbe quindi attendere la nomina del successore di Angela Merkel. Il gruppo parlamentare della Cdu ha rifiutato di discutere gli ipotetici esiti della commissione di bilancio, decidendo di commentare solo in seguito alla conclusione della sessione.

Il ministro della difesa francese Florence Parly, rivolgendosi alla terza sessione congiunta delle Camere basse dei parlamenti francese e tedesco, riunitisi a Strasburgo, ha dichiarato che l’avanzamento dei contratti per il dimostratore Fcas è decisivo e un eventuale stand by lancerebbe un messaggio negativo sulla volontà di costruzione di una difesa europea comune. I due contratti oggetto della questione, uno per il caccia di nuova generazione e l’altro per il suo motore, dovrebbero portare al primo volo nel 2026. Ha aggiunto che lo sviluppo del caccia di sesta generazione è di vitale importanza per gli eserciti dei rispettivi paesi, per non parlare dell’impatto occupazionale e le ricadute sull’export.

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