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Ticket Bloomberg-Hillary? Indizi e controindicazioni

Le prime battute delle primarie democratiche in Iowa e New Hampshire hanno rimescolato le carte nella corsa alla nomination, proiettando in testa a livello nazionale Sanders, davanti a Biden, secondo una elaborazione dei dati del New York Times. E, intanto, Bloomberg starebbe costruendo un “dream team” per la Casa Bianca e vorrebbe offrire la vice-presidenza a Hillary Clinton: lo scrive il Drudge Report, un sito di illazioni che talora ci azzecca.

Nei calcoli del NYT, che non tengono ancora conto dell’effetto New Hampshire e possono quindi sottostimare Sanders, Buttigieg e la Klobuchar e sovrastimare Biden e la Warren, che lì non sono andati bene, l’ex vice di Barack Obama scivola al 23% di preferenze a livello nazionale ed è ora dietro Sanders al 24% – il distacco non è statisticamente rilevante -, con la Warren terza – stabile, ma con tendenza debole – al 14%, Bloomberg al 10%, Buttigieg al 9% e la Klobuchar al 5% – tutti e tre con tendenza forte -. Gli altri due candidati, Tom Steyer e Tulsi Gabbard, non vanno oltre l’1%.

Nella prossima settimana, i candidati democratici si affronteranno in un dibattito in Nevada, il 19, cui dovrebbe per la prima volta essere ammesso Bloomberg, grazie a un cambio delle regole contestato da altri aspiranti, e poi nei caucuses del Nevada il 22 febbraio – lì, Bloomberg non sarà ancora in lizza -.

Proprio il miliardario ed ex sindaco di New York fa rumore, in questo momento, per l’ipotesi di fare ticket con l’ex first lady, segretario di Stato e candidata alla presidenza Hillary Clinton. Il Drudge Report cita indiscrezioni trapelate dalla campagna di Bloomberg, che ufficialmente minimizza: “Siamo concentrati sulle primarie e non sulle speculazioni”. Da alcuni sondaggi interni condotti, tuttavia, il ticket Bloomberg-Clinton apparirebbe come “un asse formidabile”, anche se non privo di contro-indicazioni – politiche e geografiche -.

La scorsa settimana, Hillary aveva risposto “mai dire mai” alla domanda di Ellen DeGeneres che le chiedeva, nella sua trasmissione televisiva, se avrebbe accettato la proposta della vice-presidenza, se fosse venuta da uno dei candidati democratici alla Casa Bianca. “Ma questo non avverrà”, aveva poi aggiunto. A dicembre, ricordano i media, Mike e Hillary avevano cenato insieme a New York con la figlia dei Clinton Chelsea.

Il Drudge Report aggiunge che il miliardario, a capo di un impero dell’informazione, sta valutando se trasferire la sua residenza dalla Grande Mela in Colorado o in Florida, dove ha pure case. Ciò servirebbe ad aggirare gli ostacoli del sistema elettorale che rendono difficile avere i candidati presidenti e vice residenti nello stesso Stato, New York.

La campagna di Bloomberg è essenzialmente basata su spot televisivi – già 350 milioni di dollari spesi da novembre, molto più che qualsiasi altro aspirante alla nomination democratica -, ma s’affida anche a Internet e, in particolare, fra i social, a Instagram. Sanders, invece, fa una campagna più tradizionale, ha appena incassato l’endorsement del sindaco di New York Bill de Blasio, che sarà con lui sul palco di alcuni comizi nel Nevada.

“Sto con Bernie – spiega de Blasio – perché lui sta ed è sempre stato con le famiglie dei lavoratori… I newyorkesi conoscono bene i danni fatti dalla xenofobia, dall’intolleranza e dalla sventatezza del presidente Trump… Bernie é il candidato per affrontarlo e batterlo… Lamia è un’agenda coraggiosa e progressista: esattamente ciò che il senatore Sanders ha promosso per decenni”.

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