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Così la Brexit ha riacceso la voglia secessionista della Scozia

Il primo ministro scozzese, Nicola Sturgeon, torna alla carica. Durante una conferenza stampa a Londra, il premier ha difeso il diritto degli scozzesi di pronunciarsi su un nuovo referendum “legale, costituzionale e legittimo” sull’indipendenza della Scozia dal Regno Unito. Sturgeon detto che esclude la possibilità di presentarsi davanti ai tribunali se il governo britannico continua a respingere la richiesta.

Il leader del Partito Nazionalista Scozzese (Snp) sostiene che la via legale, davanti ai tribunali, non è la sua prima opzione, ma lo farà se permane la resistenza nei confronti della consultazione da parte del primo ministro Boris Johnson. Il premier britannico non approva un nuovo referendum perché era già stato fatto nel 2014. Tuttavia, Stugeon – che alle elezioni di dicembre ha vinto con 48 seggi su 59 nella Camera dei Comuni – ha spiegato che con l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea le circostanze sono cambiate. Secondo lei, la maggior parte degli elettori scozzesi hanno votato contro l’indipendenza dal Regno Unito per restare in Europa.

Secondo un ultimo sondaggio pubblicato dal quotidiano The National, il Pnp gode del 52% del consenso (nel 2014 i voti a favore dell’indipendenza sono stati il 44,7%).

“Il mio piano – ha anticipato la leader nazionalista – è costruire il sostegno a favore dell’indipendenza della Scozia, finché sarà politicamente insostenibile per il governo britannico opporsi ad un referendum […] il processo per cercare la secessione della Scozia deve essere legale e legittimo, con la credibilità necessaria per essere riconosciuto a livello internazionale”. Ha aggiunto che “soltanto pochi anni dopo abbiamo lasciato l’Ue contro la nostra volontà, per cui c’è un deficit democratico nel Paese”.

Durante in incontro a Bruxelles, Sturgeon ha voluto spiegare le differenze del movimento indipendentista scozzese da quello catalano: “È importante segnalare che la posizione costituzionale della Spagna e la posizione costituzionale del Regno Unito sono ben diverse […] Nel Regno Unito abbiamo un precedente con il referendum legale del 2014, per cui c’è una posizione diversa dalla Spagna. Se un tribunale dicesse che il Parlamento scozzese può agire senza l’approvazione di Westminster, questo non sarebbe un referendum illegale, ma per definizione un accordo legale […] Simpatizzo con il movimento indipendentista catalano, ma credo che quel processo non ha portato, ancora, ad una Catalogna indipendente”.

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