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Il disagio sociale digitale mette a rischio la sicurezza nazionale. Il commento di Caligiuri

La crisi della democrazia crea disagio sociale con una politica condizionata dall’intelligenza artificiale. Infatti il disagio sociale digitale potrebbe presto investire il nostro Paese, rappresentando un problema di sicurezza nazionale. Il tema della cybersecurity non può essere declinato prevalentemente in chiave tecnologica poiché per comprenderlo adeguatamente è fondamentale l’approccio delle scienze umane.

Le ragioni che possono determinare un aumento del disagio sociale a livello globale possono essere diverse: dalla diminuzione del potere di acquisto dei cittadini occidentali all’aumento dell’immigrazione, dalla precarizzazione del lavoro all’avvento dell’intelligenza artificiale. Nel nostro Paese peraltro sono tanti i segnali di disagio, a cominciare dalla circostanza che negli ultimi anni quasi cinque milioni di italiani non hanno potuto provvedere alle cure mediche per ragioni economiche

La rete contribuisce ad amplificare il disagio sociale, in quanto oggi in Italia quando si parla di politica in realtà di parla di intelligenza artificiale, come dimostrano l’incidenza della piattaforma Rousseau per i Cinque Stelle e della “Bestia” di Luca Morisi per la Lega. In tale prospettiva, la sicurezza informatica, come la privacy individuale, sono molto difficili da perseguire, poiché si sta profilando una società della sorveglianza.

È la progressiva crisi della democrazia che sta determinando un crescente disagio sociale, facendo emergere uno scenario in cui le istituzioni pubbliche potrebbero presto perdere credibilità con una conseguente disobbedienza di massa. Appunto per questo l’intelligence nazionale dovrebbe osservare con grande attenzione questo fenomeno, che al momento potrebbe essere considerato un segnale debole ma che potrebbe diventare un fiume in piena. Il muro di Berlino nel 1989 crolló all’improvviso. Stupendo anche l’onnipresente Stasi, che pure si occupava costantemente delle “vite degli altri”.


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