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E’ politico

Scrive Roberto Esposito (Pensiero istituente. Tre paradigmi di ontologia politica, Einaudi, Torino 2020, p. XVIII): Politico è ciò che unisce la società attraverso la sua divisione, rendendo simbolicamente fruibile una frattura fino ad allora inconsapevole e potenzialmente distruttiva.

Se, come sottolinea Esposito (op. cit., p. XVIII) symbolon evoca un ordine non alternativo al conflitto, nel politico siamo nel pieno del ritorno nella complessità della realtà (che è, anzitutto, la nostra). La divisione della società, qui intesa come mosaico di differenze, è ciò che potenzialmente la unisce, mai in un “possibile perpetuo” ma in un (ogni) potenziale che lo diventa.

Se mediato, il conflitto tra differenze diventa possibilità progettuale. E’ nella mediazione, già azione politica, che emergono e si consolidano le condizioni perché ciò che è disperso possa essere unito (senza essere omologato) e perché le (inevitabili) fratture diventino “luoghi nell’oltre”, capaci di “scatenare” possibilità. Ciascuno di noi è un “potenziale tendente a”, qualcuno nato per realizzare il proprio senso e il proprio significato in un ambito che chiamiamo “comune” e che nasce nell’apertura di ogni “particolare differente”.

Ecco qui l’importanza vera e profonda del mediare; non, come spesso s’intende, un sinonimo di compromesso. Tutt’altro, la mediazione – aprendo ogni particolare al e nel comune – è il primo passo (già politico) nel mare mai calmo della contaminazione per la reciproca contaminazione tra differenze. Così, se vogliamo tendere alla nostra “pienezza politica” (che è la pienezza dell’umano, mai compiuto), dobbiamo relativizzare e problematizzare i nostri rapporti di forza (in mutamento) e cogliere quella che definiamo la “verità del mosaico”. Si tratta di una verità mai definita, in tal senso non dogmatica (non post-ideologica, espressione senza senso, ma post-totalitaria), che ci mostra tutte le fratture del passato che non passa, del presente che si forma, del futuro nell’incertezza, come tensioni irrinunciabili e compresenti.

Scriveremo, nel prosieguo, di quanto questo viaggio nel politico sia, nei fatti, un viaggio nella nostra libertà di soggetti meravigliosamente in bilico nella complessità di chi siamo stati in chi siamo e in chi diventiamo.

(Professore Incaricato di Istituzioni negli Stati e fra gli Stati, Link Campus University)

 

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