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Guaidó da Trump per lo stato dell’Unione. Cosa significa per il Venezuela

Così il tanto atteso incontro tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidó, è arrivato. E niente meno che durante il discorso sullo Stato dell’Unione. Le parole del capo della Casa Bianca nei confronti del leader dell’opposizione al regime di Nicolás Maduro sono state più che lusinghiere.

“Noi sosteniamo le speranze di cubani, nicaraguensi e venezuelani per restaurare la democrazia. Cinquantanove nazioni in una coalizione diplomatica contro il dittatore socialista del Venezuela, Nicolás Maduro – ha detto Trump nel suo intervento -. Maduro è un leader illegittimo, un tiranno che agisce in maniera brutale contro la sua gente, ma la sua tirannia sarà schiacciata e rotta. Qui, stanotte, c’è un uomo molto coraggioso che porta con sé i sogni e le aspirazioni di tutti i venezuelani. Ci accompagna il legittimo e vero presidente del Venezuela, Juan Guaidó”.

Trump ha chiesto al presidente ad interim di portare il messaggio al Paese sudamericano: “Che tutti gli americani sono uniti in questa legittima lotta dei venezuelani per la loro libertà […] Il socialismo distrugge le nazioni. Ma ricordatevi: sempre, la libertà unisce le anime”.

Rodrigo Diamanti, delegato in Europa del governo di Guaidó, ha approfittato della presenza di Guaidó all’evento (molto importante per la politica americana) dicendo che spera che “questa foto chiarisca a molti leader venezuelani che non bisogna cercare di posizionarsi come anti-Guaidó, e che bisogna pensare a come usare tutta la sua leadership per sfruttare l’opportunità più grande che abbiamo avuto nella nostra storia per uscire da questa dittatura. Guaidó ha dimostrato che sta facendo la cosa giusta, in caso contrario non sarebbe lì”.

La foto tanto desiderata, dunque, è arrivata, ma sarà sufficiente per abbattere il regime di Maduro in Venezuela? Si è posto la domanda Guillermo Olmo, corrispondente della Bbc in Venezuela. “L’inquietudine era aumentata negli ultimi giorni tra i sostenitori dell’opposizione venezuelana – scrive Olmo sul sito dell’emittente britannica -. Trascorrevano i giorni dal tour di Guaidó negli Usa e non arrivava l’attesa foto con Donald Trump”.

Dopo gli incontri con Boris Johnson a Londra, Emmanuel Macron a Parigi e Angela Merkel a Davos (niente stretta di mano con alcun rappresentante del governo italiano però), tutti aspettavano la riunione con il presidente americano. “L’incontro ritardava – aggiunge Olmo – e molti osservatori cominciavano a chiedersi se era stata persa la simpatia per il giovane rivale di Nicolás Maduro”. Dubbi che diventavano sempre più pesanti perché negli ultimi mesi sono diminuite – nei toni e nella frequenza –  le dichiarazioni ostili da Washington nei confronti della dittatura venezuelana.

La presenza di Guaidó ieri al Campidoglio americani è una valvola di ossigeno per Guaidó, dopo il tentativo di Maduro di rimpiazzarlo alla guida dell’Assemblea Nazionale. Il leader dell’opposizione ha trovato riconoscimento internazionale e cordialità da parte della leadership mondiale. “La domanda chiave resta appesa – scrive Olmo -. Basterà per far cedere Maduro? Fino ad ora no”.

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