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Coronavirus, l’Italia critica la Cina e ora ne paga il prezzo. La versione del grillino Parenti

Abbiamo perso tempo a criticare la Cina, a parlare di democrazia – come se fosse un crimine tifare per la democrazia -, a lamentarci dei ritardi cinesi. Avremmo fatto meglio a valutare la situazione in modo oggettivo e imparare da Pechino. Ora ne paghiamo il prezzo. È il succo dell’editoriale firmato da Fabio Massimo Parenti, professore associato dell’Istituto Internazionale Lorenzo de’ Medici a Firenze, sul Global Times, organo del Partito comunista cinese. 

Parenti è “il nuovo italiano arruolato nella squadra di esperti internazionali che parlano sui media di Stato cinesi”, oltre che sul blog di Beppe Grillo, sottolinea il corrispondente da Pechino di Repubblica Filippo Santelli su Twitter. Formiche.net si è già occupata in passato del professore. Quando, per esempio, sul blog di Beppe Grillo, attraverso un articolo sullo Xinjiang, aveva negato le attività di “trasformazione” etnica nella regione che le Nazioni Unite e svariate organizzazioni per i diritti da tempo denunciano. Che però sono state progettate dallo stesso leader cinese Xi Jinping (anche secondo gli ultimi documenti interni al governo cinese pubblicati dal New York Times). 

O, ancora, quando aveva attaccato duramente gli Stati Uniti difendendo a spada tratta la Cina di Xi. In un post sul blog di Beppe Grillo, infatti, Parenti aveva accusato l’amministrazione guidata da Donald Trump di tutto, dalla guerra commerciale alle presunte ingerenze a Taiwan e Hong Kong fino alle pressioni su 5G e Via della Seta.

Due settimane fa, invece, Parenti scriveva sul blog di Grillo un pezzo dal titolo “Coronavirus: la Cina ne uscirà più forte” in cui sosteneva che “la Repubblica popolare abbia dato prova di grande capacità di mobilitazione di massa a beneficio del benessere e della salute delle persone. Ma anche una grande responsabilità verso la comunità internazionale”. E ancora: “Sin dalla sua insorgenza, l’epidemia è stata contenuta all’interno del paese (99% dei casi di contagio) e all’interno della provincia dell’Hubei (il 75% del totale dei contagi e il 95% del totale dei morti), proprio grazie alle misure drastiche con le quali il Paese è intervenuto celermente e a quanto pare efficacemente”. Per finire con una valutazione quasi entusiastica della crisi da coronavirus: “In fin dei conti, siamo in molti a pensare che la Cina ne uscirà più forte di prima”.

Sempre sul blog del fondatore del Movimento 5 Stelle, Parenti un anno fa scriveva un articolo dal titolo “Italia-Cina: costruire relazioni pacifiche”. A novembre, invece, aveva firmato sull’Antidiplomatico, sito vicino ad Alessandro Di Battista, un resoconto che potremmo definire entusiasta della quarta sessione plenaria del XIX Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese.

Ricordiamo gli inviti del ministro degli Esteri Luigi Di Maio a “non interferire su Hong Kong” ma anche le due visite in pochissime ore, a novembre, di Beppe Grillo presso l’ambasciata della Repubblica popolare cinese in Italia. E sottolineiamo anche come l’allarmismo da coronavirus nel nostro Paese abbia permesso all’Italia di sottrarre alla Cina le prime pagine e i titoli sui grandi media esteri nonostante il bilancio delle vittime nello Stato asiatico sia cinque volte superiore al nostro (senza dover sottolineare che il virus nasce proprio in seno al Dragone). Ci rimane un interrogativo: cui prodest?

(Foto: Twitter ambasciata cinese in Italia)

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