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Mascherine (fashion) e piani di fuga. Ecco come si vive il coronavirus a Milano

Sembra finito l’idillio di Milano, almeno nelle ultime ore. Tutti vogliono “scappare”. Da quando i numeri dei contagiati nella Regione Lombardia sono aumentati, i residenti della “più europea delle città italiane” cercano una destinazione per fuggire dall’emergenza.

Le statistiche dimostrano che, almeno per ora, non siamo in uno scenario apocalittico. Maria Rita Gismondo, direttore responsabile di Macrobiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze all’Ospedale Sacco di Milano – dove da settimane il personale è pronto per attendere qualsiasi eventualità – ha chiesto di abbassare i toni e mantenere la calma: “A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così”.

La quotidianità milanese, però, è inevitabilmente sconvolta. La Regione ha deciso la chiusura di scuole, cinema, musei e luoghi di aggregazione. Rimandato a primavera il Mido, il più grande evento internazionale dedicato al settore mondiale dell’eyewear. In queste ore si discute il rinvio della Design Week, altro appuntamento importante per il capoluogo lombardo.

Alla Settimana della Moda, che si conclude domani, sono mancati circa l’80% degli operatori delle zone colpite dal virus. Il presidente di Camera Moda, Carlo Capasa, prevede un crollo dell’1,8% dei profitti nel settore moda per colpa del coronavirus nel settore, ma il pronostico sembra troppo ottimista perché precedente all’esplosione del focolaio in Lombardia.

Le ultime sfilate della Milano Fashion Week si svolgeranno a porte chiuse, con molte più cancellazioni del previsto. Già da qualche giorno, le strade della moda come Via Montenapoleone, Via della Spiga e Via Manzoni si erano trasformate in una passerella di persone con mascherine fashion, alcune colorate o con perle e fiori. Anche i commessi dei negozi dei brand più famosi (Gucci e Bottega Veneta, per esempio) sono protetti da mascherine per rassicurare i clienti, quasi tutti stranieri. Almeno mentre resteranno aperte. La possibilità che anche le attività commerciali lombarde siano sospese si sta valutando in queste ore, secondo le ultime dichiarazioni dell’assessore regionale Giulio Gallera.

I carrelli dei supermercati sono montagne di alimenti non deperibili: scatole di tonno, pasta, riso, acqua, cracker. Tutti cercano confezioni di disinfettante in gel (prodotto ormai quasi scomparso, che si trova però su Amazon a 100 euro quando in realtà costa 3). Nessuno chiede ormai le mascherine in farmacia.

Chi vive a Milano cerca una via di uscita: la casa in montagna, la casa all’estero – finché non sarà sospeso Schengen, come sta valutando di chiedere la Francia – o il ritorno dai genitori, come il ragazzo residente a Codogno che è scappato a Montefusco, in provincia di Avellino, infrangendo l’ordinanza del sindaco del Lodigiano e facendo scattare la quarantena per tutta la famiglia.

Certo è che l’Italia è il quarto Paese al mondo con più infestati di coronavirus, nonostante le misure più stringenti (lo stop ai voli diretti dalla Cina, per esempio). E ora la dinamica di contagio è slegata dal fattore asiatico. Resta solo da lavarsi bene sempre le mani (con o senza amuchina) e mantenere la calma.

Foto: Instagram Maison Artc


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