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Iowa, che cosa non ha funzionato nelle primarie del Partito Democratico

Comincia male per i democratici negli Stati Uniti. La prima tappa per la corsa alla Casa Bianca, le primarie nello stato dell’Iowa, è stata segnata dal caos. Una serie di problemi hanno inquinato – e ritardato – lo scrutinio. Il candidato Pete Buttigieg ha subito festeggiato il trionfo, mentre Bernie Sanders ha reso noti alcuni dati interni che gli attribuiscono il vantaggio. Tutti dicono di avere vinto, mentre i risultati veri sono attesi “in qualche momento” della giornata di martedì.

LE PRIME REAZIONI

“Ho la sensazione che quando saranno annunciati i risultati ci andrà molto bene qui in Iowa – ha dichiarato Sanders -. Oggi è l’inizio della fine per Donald Trump”. La squadra elettorale di Sanders ha pubblicato alcuni dati con il 40% dei voti scrutati in Iowa: 29,66 % per lui, 24,59 % per Pete Buttigieg, 21,24% per Elizabeth Warren e 12,37% per Joe Biden. Più polemico l’ex vicepresidente Biden ha detto che i partecipanti “meritano una spiegazione completa e informazione rilevanti sui metodi di controllo di qualità che si stanno utilizzando per il resoconto, e un’opportunità per rispondere, prima che siano pubblicati i risultati ufficiali”.

Donald Trump Jr, figlio del presidente americano, ha approfittato della situazione per suggerire l’incompetenza da parte del Partito Democratico o addirittura tentativi di “gioco sporco”.

CHE COSA NON HA FUNZIONATO

Ma che cosa non ha funzionato? Un errore tecnico ha costretto gli organizzatori del processo elettorale alla conferma sui comprovanti di carta, fino ad avere la certezza per annunciare il risultato finale. Sono stati negati fino ad ora ingerenze o hackeraggi del sistema.

Secondo la Cnn, l’intoppo è partito dalla nuova regola – prevista dopo le elezioni del 2016 – di comunicare tre gruppi di numeri e non solo uno dal comitato elettorale. Per il quotidiano The New York Times, i mancati test sulle funzionalità dell’applicazione hanno scatenato il caos. “Si dice che l’app utilizzata per tabulare i voti sia stata testata in modo inadeguato – si legge sulla pubblicazione -. L’app è stata rapidamente messa insieme negli ultimi due mesi e non è stata adeguatamente testata su scala statale”.

IL SISTEMA DI CONTEGGIO DEI VOTI

Il Partito Democratico avrebbe deciso di utilizzare questo nuovo strumento solo dopo che un’altra proposta per la segnalazione dei voti – che prevedeva che i partecipanti al caucus chiamati al voto trasmettessero il risultato per telefono – è stata abbandonata. A indicarla sarebbero stati funzionari del Comitato nazionale democratico. Le cose però non sono andate come previsto. “Mentre in passato i conteggi dei voti sono stati generalmente segnalati all’inizio della sera – ricorda il Nyt -, il Partito Democratico dell’Iowa ha tenuto una teleconferenza con i rappresentanti di ciascuna campagna intorno alle 22:30 […] ma non sarebbero stati riferiti i risultati”.

Diversi centri hanno riferito di avere faticato per utilizzare l’app e di avere subìto ritardi fino ad un’ora, quando prima si faceva velocemente con una semplice chiamata telefonica. L’app incriminata è stata costruita dalla società di tecnologia Shadow Inc.

LE OPINIONI DEGLI ESPERTI

Anche per Matt Blaze, professore di informatica e diritto a Georgetown, è stata l’introduzione di quest’applicazione a creare il problema. Al New York Times ha spiegato che qualsiasi tipo di app o programma che si basa sull’utilizzo di una rete cellulare per fornire risultati è vulnerabile ai problemi sia sull’app che sui telefoni utilizzati per eseguirla: “Il consenso di tutti gli esperti che ci hanno pensato è inequivocabile […] Le votazioni su Internet e su dispositivi mobili non dovrebbero essere utilizzate in questo momento per le elezioni”.

Questo perché qualsiasi strumento tecnologico, per garantire l’effettiva funzionalità e trasparenza, deve essere testato più volte in un’ampia comunità di sicurezza informatica. Solo così si possono risolvere anche i piccoli difetti che provocano una grande vulnerabilità. David Jefferson, informatico alla Lawrence Livermore National Laboratory, sostiene che “quest’app non è mai stata utilizzata in nessuna vera elezione o testata su scala statale ed è stata concepita per l’uso in solo due mesi”.

Quale sarà il suo futuro ancora non si sa. Ma il prossimo appuntamento per i democratici è in Nevada, dove era previsto l’utilizzo della stessa (mal funzionante) applicazione.



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