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Così la Russia va alla conquista dell’America latina. Il tour di Lavrov

Dal 5 al 7 febbraio, il ministro degli Affari esteri russo, Sergey Lavrov, visiterà Cuba, Messico e il Venezuela. La notizia è stata confermata da lui stesso via Twitter. La prima tappa del viaggio prevede un incontro mercoledì con il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez.

A seguire, giovedì, è in programma una riunione a Città del Messico con l’omologo messicano Marcelo Ebrard per scambiare “opinioni sulle problematiche internazionali e regionali”. Rappresentanti del governo di Andrés Manuel López Obrador fanno parte del Gruppo di Puebla, un’alleanza progressista – creata l’anno scorso -, per “compensare l’egemonia ideologica della destra nella regione”. L’iniziativa è fortemente sostenuta da Mosca.

L’alleanza russa con il governo cubano è fondamentale, alla luce delle nuove sanzioni di Donald Trump contro il regime castrista. Mosca collabora con La Habana in diversi programmi economici, tra cui la ripresa del sistema di collegamenti ferroviari dell’isola.

A Caracas, invece, Lavrov incontrerà il capo della diplomazia di Maduro, Jorge Arreaza, e il vicepresidente Delcy Rodríguez, incaricata della raccolta fondi per potenziare i programmi di assistenza sociale del Paese sudamericano. I settori di collaborazione bilaterale di Cuba e Venezuela sono tanti: energia, miniere, trasporto, medicina ma soprattutto cooperazione militare, nella zona sud del territorio venezuelano.

Secondo l’agenzia russa Sputnik, la portavoce del capo della diplomazia di Mosca, Maria Zakharova, sostiene che il tour di Lavrov cerca l’intensificazione della cooperazione tra Russia e i Paesi latinoamericani in ambito energetico, militare e industriale. “Lo sviluppo del dialogo politico – ha spiegato Zakharova -, la cooperazione economica e il perfezionamento dei rapporti – fanno parte dell’agenda del ministro in questo viaggio”.

La fine del viaggio sarà in Venezuela, dove il rappresentante del governo di Vladimir Putin spera di interloquire con il regime di Nicolás Maduro sulle “sanzioni unilaterali” imposte contro il Venezuela.

In questo senso, gli accordi tra Caracas e Mosca in materia petrolifera aumentano. Il sito filo Maduro, Aporrea, per esempio, ha annunciato una nuova alleanza tra la società statale venezuelana Petróleos de Venezuela (Pdvsa) e il Consorzio Russo. L’obiettivo è eseguire le operazioni per un piano di ripresa della produzione del greggio venezuelano, con interventi e manutenzione delle istallazioni dell’Unità Basica di Produzione a Zuata, nello Stato Anzoátegui.

Nell’ultimo anno, la petrolifera russa Rosneft è riuscita a recuperare gran parte del debito venezuelano, che si è ridotto da 2,3 miliardi di dollari nel 2018 a 800 milioni alla fine del 2019. Anche se per alcuni esperti come l’ex diplomatico William Brownfield, l’interesse economico della Russia per il Venezuela è marginale. In un’intervista al sito Voz de América, Brownfield ha spiegato che la “Russia è esportatore di petrolio, il suo interesse economico non è dominante. La Russia, ma più specificamente Vladimir Putin, sono in un gioco geostrategico e geopolitico”. E in questo il Venezuela rappresenta una pedina molto importante.

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