“Il progetto europeo e l’Alleanza Atlantica costituiscono i fondamenti della nostra architettura di sicurezza”. Chiarito questo, ci può essere “dialogo efficace e concreto” con la Russia, ormai attore imprescindibile in contesti che interessano l’Italia, a partire dalla Libia. Il quadro della giornata lo ha tracciato Lorenzo Guerini, in conferenza stampa insieme al collega Luigi Di Maio e ai due omologhi russi Sergey Shoygu e Sergey Lavrov dopo l’incontro alla Farnesina.
IL VERTICE
Prima due riunioni separate, Esteri e Difesa, poi un vertice a quattro, seguito da un gremita conferenza stampa con tanti giornalisti russi. L’attesa era notevole. Era dal 2013 che il formato 2+2 tra Italia e Russia non si riuniva. Anche allora da Mosca erano arrivati Lavrov e Shoygu, mentre per l’Italia c’erano Emma Bonino e Mario Mauro. È cambiata però soprattutto l’agenda, con la crisi ucraina a erodere i rapporti tra Russia e Occidente e la rinnovata proiezione russa in molteplici scenari, dalla Siria fino al Mediterraneo.
UN INCONTRO “COSTRUTTIVO”
“Costruttivo” è l’aggettivo utilizzato da tutti e quattro i ministri per descrive l’incontro odierno. L’agenda era d’altra parte fitta, con il dossier libico alla prima riga, la questione ucraina ancora in stallo e i più ampi rapporti internazionali, comprese le difficili relazioni tra Nato e Russia sul tema degli armamenti. Tra Roma e Mosca si registra “l’intensità e l’ampiezza dei tradizionali legami bilaterali”, ha detto Di Maio, senza nascondere però la persistenza di “differenze e confronti talvolta duri e franchi”.
I PILASTRI EURO-ATLANTICI
Lo ha chiarito da subito anche Lavrov, provando a innalzare la tensione degli interventi. La sicurezza nella regione euro-atlantica, ha detto, “non è soddisfacente, e questa è una diretta conseguenza del corso intrapreso dagli Stati Uniti e dai loro alleati che cercando di contenere la Russia anche attraverso l’allargamento della Nato e il suo rafforzamento sul fronte orientale”. Immediati i paletti di Guerini, che ha ricordato i binari in cui si colloca la postura italiana: “il progetto europeo e l’Alleanza Atlantica”. Certo, ha notato Di Maio, “non si possono affrontare crisi globali e regionali senza il coinvolgimento della Russia”. Ma, ha aggiunto, “il dialogo deve essere trasparente”.
LA MISSIONE EUROPEA IN LIBIA
Fatte le dovute premesse, avanti tutta con l’agenda. Sulla Libia, dopo il via libera di ieri dell’Unione europea per una nuova missione aero-navale per attuare l’embargo sugli armamenti, l’Italia cercava quantomeno un informale nulla osta da Mosca, che conserva il forte ascendente sul generale Khalifa Haftar. Si è registrata qualche difficoltà. Lavrov ha ribadito la linea russa: “Non si possono intraprendere azioni che potrebbero essere viste come contraddittorie rispetto alle disposizioni del Consiglio sicurezza dell’Onu”, organismo in cui Mosca vanta potere di veto. Di Maio ha spiegato che la missione “è stata costruita” sul mandato della Nazioni Unite, in particolare sulla risoluzione già vigente per l’embargo di armi. Spiegazioni “soddisfacenti” per Lavrov, che ha chiesto comunque di essere informato su ulteriori evoluzioni. Allineamento invece sulla necessità di rispettare gli esiti della Conferenza di Berlino, in vista dell’incontro di domani del comitato militare congiunto 5+5, l’unica piattaforma di dialogo tra i contendenti.
LA QUESTIONE UCRAINA
Anche sull’altro spinoso dossier (la crisi ucraina) la linea italiana è sembrata compatta. “Abbiamo ribadito – ha detto il vertice della Farnesina – la centralità degli accordi di Misk come cornice di riferimento e incoraggiato le controparti russe a contraccambiare le aperture di Kiev” su nuovi negoziati. Lieve il riferimento alle sanzioni, “un nodo” per Di Maio che sarà affrontano in sede Ue con l’avanzamento della soluzione alla crisi ucraina. D’altra parte, esse hanno origine proprio nel mancato rispetto degli accordi di Minsk. Non ne hanno parlato i due ministri russi.
IL TEMA NUCLEARE
Sul fronte della Difesa, permangono le difficoltà dei rapporti tra Mosca e la Nato. Come previsto, Lavrov ha rispedito al mittente (Usa e alleati) la responsabilità della fine del Trattato Inf sui missili nucleari, attribuita a Mosca dall’Occidente per i missili SSC-8. Il ministro russo ne nega il dispiegamento : “Non dislocheremo missili finché non appariranno sistemi analoghi di produzione americana”. Permane la distanza su tutto il tema nucleare. Lavrov ha criticato gli Stati Uniti per la mancata ratifica del nuovo trattato sui test, ma ha anche voluto citare Emmanuel Macron per la recente proposta rivolta all’Europa di dialogare con la Russia sul dossier.
IL DIALOGO CON LA NATO…
Date le divergenze, si procede con l’intensificazione del dialogo finalizzato alla mutua comprensione e ad evitare incidenti che potrebbero ingenerare escalation. D’altra parte, l’Italia aderisce alla linea dell’Alleanza Atlantica, il “dual track approach” che prevede potenziamento della deterrenza e contestuale promozione del dialogo. La Penisola, ha assicurato Guerini, resta attiva sul secondo punto, rilanciando quel Nato-Russia Council che ha perso operatività dalla crisi ucraina. È “un importante canale di confronto e trasparenza”, ha detto il titolare di palazzo Baracchini.
..E I RAPPORTI BILATERALI
In campo bilaterale, tra i ministri della Difesa si è parlato di Mediterraneo, Medio Oriente e Sahel, tre scenari in cui operano i militari italiani e russi. Rimane “la distanza politica su alcuni dossier”, ha notato Guerini, ma è “opportuno il dialogo per mutua assistenza e coordinamento in caso di incidenti”. Comune l’interesse di contrasto al terrorismo internazionale, aspetto ampiamente sottolineato da Shoygu. Oltre a questo poco più. Il ministro russo ha invitato l’Italia a partecipare ai giochi militari internazionali che si terranno in Russia nel corso dell’anno, nonché alla fiera russa dedicata alla difesa terrestre. Di Maio sarà invece in Russia a luglio “per favorire la crescita delle piccole e medie imprese italiane”.