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Il governo di Sánchez dipende (ancora) dalle tensioni tra Madrid e Catalogna

La crisi della Catalogna non è più notizia di prima pagina, ma c’è (ancora) eccome… La novità positiva (forse) è che il governo di Madrid ha accettato l’inizio di un nuovo tavolo di negoziati con le autorità della regione autonoma catalana. Il dialogo comincerà nei prossimi giorni, con un incontro tra il presidente dell’esecutivo spagnolo, Pedro Sánchez, e il presidente della Generalit, Quim Torra. L’obiettivo comune sarà trovare una soluzione al conflitto attraverso il dialogo bilaterale.

Prima di dare la disponibilità per i negoziati, Torra aveva imposto questa prima riunione con Sánchez come condizione per future trattative.

Tra le richieste del leader indipendentista c’è anche la realizzazione di un nuovo referendum per l’indipendenza della Catalogna, che ha subito trovato la resistenza del governo centrale e sarà sicuramente motivo di nuovi scontri.

“Questa riunione sarà il passo previo al tavolo per il dialogo – ha spiegato il portavoce del governo catalano, Meritxell Budó -, e deve servire per fissare le regole del gioco che guideranno i negoziati tra i governi”.

L’annuncio del dialogo tra Madrid e Catalogna arriva in un momento decisivo per il governo di coalizione del Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) e Unidos Podemos; questi sono i primi mesi di gestione dopo un (altro) anno di crisi politica ed istituzionale.

L’appuntamento tra Sánchez e Torra è avvolto tra polemiche e scontri, a causa delle divisioni tra i partiti indipendentisti catalani, che dovranno affrontare un nuovo processo elettorale programmato a maggio.

Sono gli ultimi mesi di Torra alla guida della Generalitat e forse gli ultimi anche di vita politica, giacché è molto probabile che sarà condannato dal Tribunale di Giustizia della Catalogna per disobbedienza con una pena di 18 mesi di interdizione.

I partiti Junts per Catalunya (JxCat) ed Esquerra Republicana (Erc) erano rimasti uniti – nonostante le differenze ideologiche -, pur di portare avanti il progetto separatista della Catalogna. Tuttavia, la decisione dell’Erc di rispettare il mandato della Giunta Elettorale Centrale, e inabilitare Torra come deputato, convocando elezioni nei prossimi mesi, ha scatenato le proteste da parte di JxCat.

Da Madrid guardano con preoccupazione lo scenario elettorale catalano: i partiti inizieranno presto la campagna e il sostegno politico di Erc (vitale per la formazione del governo di coalizione centrale) potrebbe venire a meno. Tredici dei membri di Erc hanno appoggiato l’investitura di Sánchez e sono decisivi anche per l’approvazione del bilancio dello stato per l’anno 2020. Senza loro c’è il rischio della fine del neo-governo Psoe-Unidos Podemos.

“Siamo agli antipodi nelle nostre posizioni – ha anticipato il portavoce del governo di Madrid -, ma sappiamo anche che solo attraverso il dialogo e la condivisione dei punti di vista si possono trovare soluzioni, e con questo spirito il presidente Sánchez andrà all’incontro”.

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