Bernie Sanders vince ancora e vince largo: nei caucuses del Nevada, dove il conteggio dei voti fila liscio, il senatore del Vermont ottiene quasi il 50% dei suffragi (46,6% a spoglio ancora in corso), stracciando i rivali.
Joe Biden è secondo (per la prima volta sul podio), con quasi il 20% (19,2%), Pete Buttigieg terzo al 15,4%. Non bene Elizabeth Warren appena sopra il 10% e Amy Klobuchar, poco sopra il 5%.
I risultati del Nevada, che assegnano 36 dei 48 delegati dello Stato alla coinvention democratica, confermano e consolidano la posizione di battistrada di Sanders nella corsa alla nomination, che resta, però, molto aperta – i delegati finora assegnati sono circa il 3% del totale. Il prossimo test sarà sabato prossimo in South Carolina; poi, ci sarà il Super Martedì del 3 marzo. In un colpo solo, quel giorno saranno in palio quasi un terzo dei delegati; e ci sarà sulle schede, per la prima volta, Mike Bloomberg.
Sanders attira più della Warren i voti della sinistra del partito, mentre il centro non sembra avere ancora scelto il proprio campione tra Biden, Buttigieg e la Klobuchar, con Bloomberg che per ora fa da oggetto misterioso.
Al momento dello spoglio dei voti, Sanders stava già facendo campagna a San Antonio, in Texas, uno degli Stati dove si vota il 3 marzo: “Abbiamo vinto il voto popolare in Iowa (dove, però, Buttigieg ha ottenuto più delegati, ndr) abbiamo vinto le primarie in New Hampshire i caucuses del Nevada. Vinceremo le primarie anche, in Texas, vinceremo in tutto il Paese, perché gli americani sono stanchi di un presidente che dice bugie, che mette a rischio la democrazia e che non ha mai letto la Costituzione”. Poi il senatore “socialista” (come dice Trump, ndr) ha evocato i suoi cavalli da battaglia, cioè l’assistenza sanitaria per tutti e la lotta contro il cambiamento climatico — impegnandosi ad adottare “i principi del Green New Deal, che trasforma il nostro sistema energetico e crea posti di lavoro”.
Nessuno dei suoi rivali getta, però, le armi. Biden mostra fiducia: “Vinceremo in South Carolina e poi al Super Tuesday”. Pete Buttigieg si congratula con Sanders per la vittoria in Nevada, ma mette in guardia sui rischi di una possibile nomination del senatore ‘socialista’. “Dobbiamo battere Trump e aprire una nuova pagina nella nostra storia, ma la rivoluzione di Sanders taglia fuori molti di noi”.
La Warren continua ad attaccare Bloomberg, come ha fatto con buon successo nell’ultimo dibattito: “È il candidato più rischioso per i democratici, non può battere Trump … Non vogliamo sostituire un arrogante alla Casa Bianca con un altro arrogante … Queste elezioni non sono in vendita”. Quanto alla Klobuchar, si accontenta di poco: “Come al solito, abbiamo superato le attese”.
Lato repubblicano, Trump è di fatto senza rivali per la nomination. In tv Robert O’Brien, consigliere per la Sicurezza nazionale, smentisce l’intelligence sulle interferenze russe pro magnate presidente: “Non ci sono prove che la Russia sia interferendo con le elezioni per sostenere Trump”; per contro, non sarebbe “una sorpresa” se Mosca cercasse di aiutare Sanders.
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