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Shadow Inc, Acronym e… Chi c’è dietro al rebus del caucus dell’Iowa

Oggi, a giorni dal voto delle primarie del Partito Democratico nello stato Iowa, ancora non si conoscono con certezza i risultati. Secondo un’analisi del New York Times, il conteggio è pieno di incoerenze. “Sembrano non intenzionali, ma possono sollevare dubbi sui risultati finali”, si legge in una breaking news sul sito. Il giornale sostiene che 100 sedi hanno riportato risultati internamente incoerenti, perché mancavano dati o perché non era possibile averli, secondo le nuove complesse regole dei caucus dell’Iowa.

Ma chi c’è dietro al caos di questo primo appuntamento delle primarie? Fonti del Partito Democratico puntano il dito contro un mal funzionamento dell’app utilizzata, creata per un’impresa chiamata Shadow Inc. Secondo il sito The Gray Zone, sarebbe una specie di bambola russa, perché dentro c’è ancora il gruppo Acronym del miliardario della Silicon Valley, Reid Hoffman.

Acronym sarebbe stato lanciato da Shadow Inc, “la misteriosa compagnia dietro l’app elettorale, famigerata, non garantita, del tutto inattuabile, che ha impedito alle presidenze del distretto di riportare i totali dei voti nella notte del caucus”.

“Reid Hoffman (nella foto) – prosegue il sito – ha finanziato una serie di campagne di social media altamente manipolative […] Hoffman è uno dei maggiori finanziatori di nuove campagne sui social media del Partito Democratico, accusate di manipolare gli elettori attraverso i social media. È assistito da Dmitri Mehlhorn, un consulente aziendale che ha spinto la privatizzazione della scuola prima di unirsi all’impero politico di Hoffman”.

In più, uno dei maggiori beneficiari della ricchezza di Hoffman è il ceo di Acronym, Tara McGowan. Lei è anche sposata con un consulente della campagna presidenziale Pete Buttieg.

Shadow Inc, quindi, sarebbe figlia dell’organizzazione Acronym – legata al denaro dei democratici -, che a sua volta ha creato Pacronym, un Super Pac (Political Action Committee, una figura legale dedicata a raccogliere fondi a favore o contro un candidato alla presidenza) di circa 7,7 milioni di dollari.

In queste primarie, il miliardario Seth Andrew Klarman ha destinato parte del suo patrimonio al candidato Buttigieg, che ha ricevuto le risorse di 218 donatori legati alla politica estera ma anche servizi di intelligence. La sicurezza della sua campagna, infatti, è costata circa 600.000 dollari.

Da quanto si legge su Politico, invece, Acronym è cresciuta moltissimo nel 2019, grazie anche al supporto di David Plouffe, direttore della campagna di Obama nel 2008. A novembre, Acronym ha annunciato che avrebbe speso molti milioni di dollari in pubblicità digitale per seguire il passo del presidente Donald Trump. Ma a novembre aveva investiti soltanto 781.000 dollari.

La giornalista Whitney Webb ha pubblicato un’inchiesta nella quale sostiene che le tecnologie dell’élite americana sono utilizzate dall’intelligence israeliana. Ma la vicenda s’infittisce. Il rebus dell’Iowa è solo l’inizio, le primarie del Partito Democratico prevedono di svelare altri intrecci misteriosi.

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