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Sugar case, la strana sparizione dei capi dello zucchero in Bielorussia

Il presidente della Bielorrusia, Aljaksandr Lukašėnka, ha finalmente rotto il silenzio sullo Sugar-case che ha tenuto in tensione per quasi due settimane il Paese, e non solo. Il capo dello Stato bielorusso ha confermato che i capi delle quattro imprese statali di zucchero sono detenuti dal KGB. Il motivo: sono imputati per ricatto, malversazione di fondi e truffa, insieme ad altre sette persone, lavoratori e funzionari di alto livello.

Secondo The Times Hub, la decisione di “fermare” Dmitri Yegorov, direttore di Skidel; Viktor Mironov di Zhabinka; Mijail Kristanovich e Nikolai Prudnik, è partita dallo stesso presidente. Durante alcune ispezioni di controllo si sarebbe scoperto che gli imputati risultano intestatari di decine di auto di lusso, appartamenti, ville e una grande quantità di denaro liquido. Da quanto si legge su El País, Lukašėnka ha assicurato che “non sono stati picchiati né sono state schiacciate dita con la porta. Abbiamo chiesto la verità e hanno confessato […] Qui stiamo cercando di costruire e innovare perché la gente abbia uno stipendio mentre questi bastardi rubano alla luce del sole”.

Il caso della “mafia dello zucchero” non ha precedenti nella storia di Bielorussia. Fino ad ora la corruzione nel Paese è poca, o in piccola scala, ma con queste misure da parte del governo si apre una nuova fase. Il presidente Lukašėnka, in questo senso, ha avvertito altri dirigenti che potrebbero fare la stessa fine dei capi dello zucchero.

Tutto sembra essere cominciato con i sussidi allo zucchero, un controllo sui prezzi che è stato sfruttato dai dirigenti delle compagnie statali. Sarebbe stata creata un’impresa fantasma in Russia, dove finiva la differenza di finte esportazioni che erano rivendute in Bielorussia, più le commissioni.

La Bielorrusia ha un’economia di semi-mercato e un Pil pro capite di circa 20.000 dollari all’anno. La stabilità economica del Paese in questo momento è condizionata fortemente dai negoziati con la Russia – dalla quale dipende molto – per il prezzo del petrolio.

 

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