Lui che è il meno allenato di tutti si è preparato simulando confronti con i suoi rivali e preparandosi a rispondere a domande sul suo operato da sindaco di New York, discriminatorio nei confronti delle minoranze, e da imprenditore sessista. Questa sera, Michael Bloomberg esordirà a Las Vegas sul palco di un dibattito fra aspiranti alla nomination democratica, accanto ad avversari che sono già alla nona esperienza.
Anche Bernie Sanders si è – involontariamente – allenato a gestire situazioni insolite sul palco: due suoi comizi, a Richmond (California) e a Carson City (Nevada), sono stati interrotti da sue fans animaliste salite in topless sul palco per chiedergli di non sostenere più allevatori rei di maltrattare mucche e vitelli – una della attiviste s’è versata in testa sangue finto. Nonostante il trambusto, Sanders a Carson City ci ha scherzato su: “Questo è il Nevada, c’è sempre un po’ di eccitazione senza costi extra”.
Bloomberg si è qualificato per partecipare al dibattito avendo superato la soglia fissata dal Comitato nazionale democratico (Dnc), che ha però cambiato le regole dopo le primarie del New Hampshire, suscitando reazioni negative di altri candidati: niente più numero minimo di donatori individuali, che Bloomberg non ha, finanziando la sua campagna con la sua fortuna; e soglia dei sondaggi raddoppiata.
I candidati dovranno ottenere almeno il 10% a livello nazionale in sondaggi tra il 15 e il 18 febbraio o il 12% in due sondaggi in Nevada o South Carolina, le prossime tappe delle primarie. Era automaticamente qualificato anche chi ha già ottenuto almeno un delegato alla convention nazionale nei caucus in Iowa o nelle primarie in New Hampshire, Sanders, Pete Buttigieg, Amy Klobuchar, Elizabeth Warren, Joe Biden.
Sanders e la Warren, che hanno il maggior numero di donatori individuali, sono stati i più critici, nei confronti del Dnc: “Cambiare le regole nel mezzo del gioco per fare un favore a Bloomberg, che sta tentando di comprare la nomination a modo suo, è sbagliato”. Commenti analoghi a quelli del presidente Donald Trump, secondo cui Bloomberg sta cercando di “comprarsi la nomination”.
Nell’ultimo sondaggio nazionale Npr/Pbs NewsHour/Marist, Bloomberg è al 19% dei consensi. Sanders è in testa alle intenzioni di voto dei democratici nelle primarie per la Casa Bianca, salendo al 31% rispetto al 22% di dicembre. Bloomberg, passa dal 4% al 19%. Terzo, ma in forte calo, Biden, al 15% dal 24%. Poi la Warren, anche lei in frenata, dal 17% al 12%; la Klobuchar, che raddoppia dal 4% al 9%; e Buttigieg che, nonostante i successi in Iowa e New Hampshire, rallenta dal 13% all’8%.
Una conferma della volatilità dei sondaggi e delle situazioni viene dal confronto con il rilevamento di poco anteriore Nbc/Wall Street Journal: Sanders è in testa al 27%, con Biden al 15%, Bloomberg e al Warren al 14%, Buttigieg è al 13%, la Klobuchar al 7%. La presenza di Bloomberg sul palco stasera introduce una nuova variabile nella corsa democratica, nell’imminenza dai caucus in Nevada sabato 22, sebbene l’ex sindaco di New York non compaia sulle schede né qui né in South Carolina il 29 – lo sarà solo a partire dal Super Martedì il 3 marzo.