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Avigan, la realtà (via Aifa) sul farmaco che promette la cura del Coronavirus

Di Alessia Amore

Da ieri un video impazza sui social. Si vede un quartiere di Tokyo, Ikebukuro, molto disteso, pieno di gente che passeggia tranquillamente per le strade. La serenità sembra essere data dal farmaco antivirale Avigan, altrimenti detto Favipiravir, in sperimentazione sia in Giappone che in Cina. Secondo Zhang Xinmin, direttore del Centro nazionale cinese per lo sviluppo della biotecnologia, l’Avigan, sviluppato dalla giapponese Fujifilm Toyama, sembra avere un livello elevato di sicurezza ed è efficace nel trattamento dei pazienti contagiati dal coronavirus.

Tale farmaco avrebbe prodotto risultati positivi negli studi, su 340 pazienti, effettuati nei laboratori cinesi di Wuhan e Shenzhen. La sperimentazione sta avvenendo su pazienti positivi al Covid19 ma con sintomi lievi o moderati. Secondo il racconto di Zhang Xinmin, chi ha preso il medicinale ha negativizzato il virus in 4 giorni. Per l’Avigan, si attenderebbe in Giappone l’approvazione da parte del governo per il suo uso su vasta scala in pazienti Covid-19, poiché inizialmente disegnato per trattare complicanze da influenza.

Secondo quanto riferito dall’autore del video, che in pochi giorni è stato visualizzato da migliaia di persone, questo farmaco anti influenzale avrebbe la capacità di bloccare il progredire del virus, se somministrato in tempo. Dichiarazione che dà per scontate le reali potenzialità del farmaco, ancora tutte da dimostrare.

Il virologo Burioni chiarisce in un tweet: “Scemenze, novità solo da autorità sanitarie. Il farmaco russo, il preparato giapponese, la vitamina C, la pericolosità dell’ibuprofene, i proclami sugli Ace inibitori che i somari scrivono Eca hanno una cosa in comune: sono tutte scemenze. Le novità vi arriveranno dalle autorità sanitarie, non dai social o da YouTube”. “Non esistono evidenze scientifiche in merito”, ha chiarito all’Adnkronos Salute.

Intanto, sta girando un altro video, una diretta Facebook, in cui il governatore del Veneto annuncia: “L’Aifa ha dato l’ok alla sperimentazione, e verrà sperimentato anche in Veneto, spero che da domani si possa partire”.

La nostra Agenzia del farmaco è intervenuta, però, rendendo noto che domani, 23 marzo, la Commissione tecnico scientifica si riunirà per valutare, dichiarando: “Ad oggi non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da Covid-19″, sottolineando che non è autorizzato né in Europa, né negli Usa.

Molti sono i dubbi della comunità scientifica rispetto ad una possibile sperimentazione dell’Avigan nel trattamento al coronavirus: “sono unicamente noti dati preliminari, disponibili attualmente solo come versione pre-proof (cioè non ancora sottoposti a revisione di esperti), di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con Covid-19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir (anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia Covid-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aersol. Sebbene i dati disponibili sembrino suggerire una potenziale attività di favipiravir, in particolare per quanto riguarda la velocità di scomparsa del virus dal sangue e su alcuni aspetti radiologici, mancano dati sulla reale efficacia nell’uso clinico e sulla evoluzione della malattia”. E prosegue: “Non trattandosi di uno studio clinico controllato, ci potrebbero essere distorsioni di selezione nel reclutamento dei pazienti”. Un’altra illusione? Solo le evidenze scientifiche dimostreranno l’efficacia.

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