“L’Europa si trova dinanzi alla crisi più grave, ma anche alla più grande opportunità dalla sua fondazione. Dagli effetti determinati dalla pandemia del COVID-19 può emergere un’Europa più egoista e più frammentata, e le ultime controverse vicende evidenziano alcune preoccupanti tendenze in tal senso, oppure un’Unione più forte e più simile a quell’Europa dei popoli, naturale evoluzione del progetto originario scaturito dalle idee dei fondatori”.
E’ questo l’incipit della lettera inviata dalla delegazione italiana al Comitato europeo delle Regioni a Apostolos Tzitzikostas, Presidente del Comitato ed a Olgierd Geblewicz, Presidente del Gruppo PPE-EPP sulle misure essenziali per rilanciare l’Unione Europea di fronte alla drammatica crisi economica determinata dalla pandemia del COVID19.
Con la nota Presidenti e Vicepresidenti di Regione, Presidenti di Consigli regionali, Presidenti di Provincie, Sindaci, consiglieri provinciali e comunali, membri che costituiscono la delegazione italiana del Partito popolare al Comitato europeo delle Regioni, chiedono un deciso intervento del Comitato sulle istituzioni europee per rilanciarne subito gli obiettivi di solidarietà, coesione, progresso.
L’appello parte dalla constatazione che l’Europa: “si trova dinanzi alla crisi più grave, ma anche alla più grande opportunità dalla sua fondazione” e che “dagli effetti determinati dalla pandemia del COVID-19 può emergere un’Europa più egoista e più frammentata, e le ultime controverse vicende evidenziano alcune preoccupanti tendenze in tal senso, oppure un’Unione più forte e più simile a quell’Europa dei popoli, naturale evoluzione del progetto originario scaturito dalle idee dei fondatori”.
I componenti italiani del Comitato delle Regioni rilevano che “le idee che hanno guidato la politica economica europea (politiche di austerità, fiscal compact, patto di stabilità etc.), già forzate e contorte, sono ormai divenute incompatibili con i bisogni e le ansie dei cittadini che chiedono un’Europa solidale e capace di ricostruire un futuro di coesione e crescita” e rilevano che “l’Europa dei diritti e della democrazia non può essere uguale a quella che oggi tarda persino a trovare la convergenza per darsi un bilancio comune superando rigorismi che hanno drammaticamente aumentato i divari economico-sociali al suo interno e ne hanno indebolito, se non pregiudicato, la competitività internazionale”.
Il documento individua le misure essenziali per affrontare la crisi economica conseguente alla pandemia da Coronavirus: il pareggio di bilancio valga solo per le spese correnti, liberando quelle per investimenti; l’emissione dei “bond europei per la ripresa” (European Recovery bond) senza condizionalità; politica fiscale in funzione anticongiunturale, anche a costo di aumentare il deficit pubblico; abbandono del modello di sorveglianza sui bilanci fondato su parametri inaffidabili e dannosi come il Pil potenziale e l’output gap; consolidamento e rafforzamento delle scelte operate in materia di aiuti di stato per sostenere la ripresa.
“Solo così – conclude la lettera – l’Unione Europea potrà realizzare gli obiettivi di progresso e benessere e potrà progredire offrendo un futuro di pace ai nostri figli; in caso contrario si avvierà verso l’oblio offendo il fianco ai nazionalismi ed ai sovranismi alimentati da schiere crescenti di cittadini europei delusi. È l’ultima occasione per salvare l’Europa, non perdiamola.”
Firmatari: Alberto ANCARANI (Cons. com. Ravenna), Gaetano ARMAO (Vicepres. Reg. Siciliana), Vito BARDI (Pres. Reg. Basilicata), Sergio CACI (Sindaco Montalto di Castro), Alberto CIRIO (Pres. Reg. Piemonte), Alessandro FERMI (Pres. Cons. Reg. Lombardia), Mariadele GIROLAMI, (Cons. Prov. Ascoli Piceno), Arno KOMPATSCHER (Pres. Prov. Aut. Bolzano), Giorgio MAGLIOCCA (Pres. Prov. Caserta), Roberto PELLA (Vicepres. ANCI), Alessandro ROMOLI (Cons. Prov. Viterbo), Donato TOMA (Pres. Reg. Molise), Piero Mauro ZANIN (Pres. Cons. Reg. Friuli-Venezia Giulia).