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Perché il protocollo fra Leonardo e sindacati aiuta l’economia. Parla l’avv. Cafiero

“Un ottimo compromesso tra la tutela del diritto al lavoro, la tutela della produzione e la tutela della salute, che mette a segno un obiettivo a cui molte imprese, ancora indietro, devono guardare”. È così che l’avvocato giuslavorista Ciro Cafiero dello Studio legale Cafiero-Pezzali e associati descrive il protocollo aziende siglato da Leonardo con le segreterie nazionali dei sindacati Fim, Fiom e Uilm per regolare le misure contro la diffusione del Coronavirus negli ambienti di lavoro. “La condivisione delle scelte – ha detto l’ad Alessandro Profumo – è il metodo giusto per crescere insieme”. E così, l’intesa tra Leonardo e i sindacati poggia su due punti: la priorità alla tutela della salute pubblica e l’opportunità di evitare la completa interruzione dell’operatività industriale, ancor più vero per un’azienda che fornisce servizi relativi a difesa e sicurezza nazionale.

IL PROTOCOLLO

Secondo il protocollo, la prosecuzione delle attività produttive della One Company “presupporrà una puntuale valutazione delle condizioni che assicurino alle persone i livelli di protezione prescritti”, a partire dalla distanza di almeno un metro tra lavoratori. Da ciò deriva un piano operativo fino al 25 marzo. Nel dettaglio, oggi e domani sono state sospese le attività in tutti gli stabilimenti, le sedi e gli uffici per permettere interventi di sanificazione dei locali. Restano garantite comunque le attività “essenziali”, quelle per salvaguardia e continuità degli impianti e delle infrastrutture informatiche, nonché i servizi di spedizione merce e gli impegni assunti verso i clienti, oltre ovviamente alle attività collegate ai servizi di pubblica utilità, sicurezza, sanità e Forze armate.

LE MISURE PREVISTE

Poi, da mercoledì al 25 marzo, ogni divisione (in condivisione con le rappresentanze sindacali) individuerà le sospensioni e riduzioni da apportare, nell’ambito di una progressiva e parziale riattivazione delle attività operative. La copertura dell’assenza per i lavoratori avverrà tra l’altro attraverso ferie accumulate, permessi retribuiti e permessi a recupero. Si prevede anche la possibilità di modulare turni per ridurre i contatti, nonché la costituzione di uno specifico Comitato che ha il compito di verificare l’applicazione delle regole previste dal protocollo.

TRA PRODUZIONE E SALUTE

“Sicuramente – ci ha spiegato Cafiero – l’accordo rappresenta un passo positivo, poiché rappresenta un compromesso a metà strada tra la tutela della produzione dell’impresa, che non può venire meno in alcun modo, e la tutela della salute dei lavoratori così come previsto dal decreto legislativo 81 del 2008”. La questione non è facile. “L’emergenza Coronavirus ci mette di fronte a scenari mai visti prima, che per la prima volta si affacciano sul mondo del lavoro costringendoci a ripensare la produzione in ottica partecipativa”. La bussola per orientarsi resta la Costituzione. Il protocollo tra Leonardo e i sindacati si muove infatti “tra gli articoli 46 e 32 – nota l’avvocato – e, da un lato, chiama i lavoratori a far di tutto per non rallentare la produzione, dall’altro tutela in maniera rigorosa dal rischio della diffusione di un virus finora sconosciuto”.

I MESSAGGI “ECLATANTI”

Nella lotta al Coronaviurs, l’azienda di piazza Monte Grappa è dunque per Cafiero “un esempio da seguire per tutti”, a partire dai due giorni di sospensione dedicati alla sanificazione degli ambienti. “È significativo che la misura arrivi da una multinazionale con ritmi produttivi molto intensi; è un esempio che ogni impresa dovrebbe seguire”. L’altro messaggio “eclatante” è sulla rimodulazione dei turni di lavoro. “Per Leonardo – ha aggiunto l’avvocato – vuol dire rinunciare a una parte della produzione per tutelare i lavoratori dal rischio del contagio”.

RIPARTIRE DAL LAVORO

In questa particolare contingenza, ha rimarcato Cafiero, “è importante tutelare il diritto al lavoro; esso, come insegna ancora una volta la Costituzione agli articoli 1, 3, 4 e 36, è viatico dello sviluppo della persona umana, persino in situazioni come questa”. Dunque, “tutelare il lavoro negli stabilimenti o attraverso la formula dello smart working per altre realtà, significa contrastare la paura e il panico in cui il Paese è caduto vittima”. Solo il lavoro, ha aggiunto l’avvocato, “ci permette di immaginare il futuro, di darci orizzonti di senso e di lasciare, come dice papa Francesco, che la persona fiorisca”. In tal senso, il protocollo siglato da Leonardo e le organizzazioni sindacali rappresenta “un ottimo compromesso tra la tutela del diritto al lavoro, della produzione e della salute che mette a segno un obiettivo a cui molte imprese, ancora indietro, devono guardare”.

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