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Cura Italia? Su imprese e professionisti si poteva fare meglio. Parola di Lorenzoni (Lega)

Di Eva Lorenzoni

Mettiamola in questi termini: si tratta di un inizio, non di un punto di arrivo. Servirà una cifra molto superiore e ci aspettiamo un ulteriore impegno da parte del governo e un aiuto anche dall’Europa, ben più sostanzioso rispetto a quanto promesso o alla semplice concessione di maggiore elasticità rispetto ai vincoli. Occorre dire che decreto Cura Italia approvato dall’esecutivo contiene da un lato misure certamente interessanti, dall’altro però interventi del tutto insufficienti a fronte dell’emergenza assolutamente straordinaria che il Paese sta vivendo.

Insomma ci sono luci ed ombre. Personalmente ritengo positive e condivisibili le misure messe in campo in ambito sanitario, data l’urgenza di dover superare una serie di adempimenti che in questa fase possono essere d’intralcio. Siamo anche soddisfatti perché sono state approvate alcune delle richieste portate avanti dalla Lega. Penso ad esempio alla sospensione dei mutui sulla prima casa, alla Cassa integrazione in deroga, al rifinanziamento del fondo di solidarietà per il trasporto aereo, alla sospensione dei termini di pagamento per le imprese del settore turistico, ma anche all’estensione del fondo di garanzia per le imprese agricole.

Per quanto riguarda la sospensione dei termini per gli adempimenti fiscali bisognava fare di più e meglio. Prevedere la prima rata a maggio, quando probabilmente nessuno ad aprile avrà ancora riaperto, suona come una presa in giro. Anche la proroga delle scadenze al 20 marzo non è ammissibile, considerato come il decreto sia andato in Gazzetta Ufficiale a due giorni dalla pubblicazione. Considerata la gravità della situazione, e come ne usciremo, la cosa migliore sarebbe stato dare ascolto alla Lega prevedendo uno stop vero e proprio delle tasse. Non bastano i rinvii, serve un “anno bianco fiscale” per le Pmi.

Purtroppo molte delle nostre idee sono state respinte e questo dimostra come il governo sia molto restio ad allentare la presa fiscale sugli italiani, punto a nostro avviso assolutamente fondamentale. Fra le più importanti misure che la Lega avrebbe voluto nel decreto mancano lo stop dell’Imu, l’introduzione delle zone economiche speciali per la zona rossa, la detassazione degli straordinari, il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali, la sospensione della Plastic tax e della Sugar Tax e più in generale misure nettamente più incisive per quanto riguarda i settori turistici e della ristorazione, che risultano fra i più colpiti della crisi.

Una cosa però su cui non possiamo fare a meno di tacere e che riteniamo francamente vergognosa è la mancetta di 600 euro una tantum prevista per gli autonomi e i professionisti. Una cifra inferiore a quella che mensilmente viene versata a chi percepisce il reddito di cittadinanza. Spero che venga corretta al rialzo perché un importo del genere ha il sapore della beffa, specie perché interessa categorie di lavoratori fra le più a rischio in questo momento. Così non fosse il governo confermerebbe quello che rappresenta uno dei vizi oscuri della sinistra italiana, ovvero l’accanimento verso commercianti e artigiani, da sempre additati da una certa propaganda becera come ladri a prescindere. Un luogo comune che, oggi più che mai, risulta essere assolutamente insopportabile.

Stendiamo infine un velo pietoso sui passaggi inseriti di straforo e dedicati alla detenzione domiciliare, che rischia di far uscire 5000 carcerati e trasformarsi in un vero e proprio “svuota-carceri”. Mentre si impone, giustamente, agli italiani di stare presso a casa e viene perseguito chi sgarra, con tanto di appelli al rispetto delle regole, qualcuno ne ha approfittato per mettere in atto un vero e proprio colpo di spugna che potrebbe consentire a spacciatori, rapinatori, ladri e truffatori di lasciare le prigioni.

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