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Coronavirus: Occasione o Tentazione?

Bisogna volere l’impossibile, perché l’impossibile accada. (Eraclito)

Carissimi,

penso a questi giorni di sospensione delle attività educative come ad un tempo utile per ragioni di prudenza, ma anche di preparazione a riprendere con coraggio la vita quotidiana.

Guardiamo all’evento coronavirus come ad un “evento imprevisto ma non inaspettato” che d’un tratto – dice qualcuno – ha congelato l’esistenza.

Vivo a Milano e sono abituata a vedere la città piacevolmente immersa nel traffico (quando non è esagerato), nella fila all’ora di pranzo fuori ai tanti disseminati bar-ristoranti veloci (se il cibo è buono), nel relax dell’after hour,… tutto sempre in piedi, borsa in mano, cuffie e corsa… Sfreccia la metro e sfrecciano le idee.

Ho sempre creduto che la persona ha in sè delle energie e delle risorse insperate, che vanno semplicemente riconosciute, valorizzate, utilizzate.

La logica del ripiegamento accartocciati intorno alle proprie paure, della chiusura, dell’assistenzialismo sociale non ha mai pagato.

Penso ai nostri allievi interessati in questi giorni alla sospensione delle attività educative e vorrei condividere tre punti:

  1. Si è fra due fuochi: essere prudenti e fare i tamponi, e si passa per allarmisti … avere un comportamento più disinvolto, e si rischia di passare per superficiali. Con il senno di poi tutti si sa cosa fare… ricordiamo il caso dell’albergo di Rigopiano… le vittime ci hanno fatto rimpiangere un deficit di controllo … come dimenticare la risposta del call center che “la mamma degli imbecilli è sempre incinta”?

Quando si è in una situazione percepita come “pericolo”, occorre essere consapevoli dei pro e dei contro, e quindi agire. Certamente, per chi è all’esterno è semplice liquidare la situazione come “troppo allarmismo”, “effetto panico”, siamo rimasti isolati, nessuna squadra straniera desidera venire in Italia a giocare con i nostri giocatori, sono depressi anche questi (come! Un atleta abituato allo sforzo,… depresso?), ci fanno ritornare in patria, ci chiudono i porti, non ci vogliono nel mondo. Forse sarebbe stato meglio stare zitti (o dire di meno) e la cosa si sarebbe risolta da sé, cosi non avremmo avuto il collasso economico, i miliardi di euro persi, il vituperio dei “sani”…

Ecco la tentazione di insabbiare il problema, di far finta che non esiste. D’altronde un po’ tutti riteniamo poco simpatici i personaggi che ci presentano un problema. Meglio chi semplifica e ti fa vivere come nel paese dei Balocchi; eppure sappiamo che fine ha fatto Pinocchio.

E allora l’alternativa qual è ? Due atteggiamenti: presa di consapevolezza del problema e ferma volontà di volerlo risolvere, anche a fronte dell’altro che ti vuole portare fuori strada.

E chiaro che queste misure di sicurezza sanitaria e di sospensione delle attività sono necessarie e limitate nel tempo, per affrontare i picchi del contagio e uscirne… D’altronde la Cina insegna, quanto al successo delle misure drastiche.

Un primo pensiero che mi viene è quello di imparare un po’ tutti a darci il tempo che serve … il tempo della riflessione, il tempo dello studio, della sopportazione… abbandonando la mania di voler bruciare i processi che devono necessariamente fare il loro corso.

Un secondo pensiero è circoscrivere l’evento in un arco temporale … senza giudicarne i criteri.

Abbiamo motivo di essere positivi perché questo processo graduale è indirizzato ad una ripresa a pieno ritmo.

Questa emergenza si supera soprattutto a livello psicologico: è il momento di fare quadrato attorno al alcune certezze; le Scuole che hanno ben formato i bambini i ragazzi e i giovani fino ad oggi, con una soda cultura, continueranno a farlo sempre.

Dobbiamo credere che tutte le iniziative che verranno dopo la pausa decretata – visite e viaggi di studio, spettacoli, mostre – avranno un successo ancora più marcato ed evidente. Non possiamo arrenderci: stiamo scaldando i motori.

Nelle difficoltà ritroviamo risorse, energie che in tempi di ordinarietà non avremmo mai saputo di avere. E’ la condizione umana: un continuo superamento del limite verso la piena realizzazione.

  1. La capacità e la voglia di non spostare su altri la responsabilità: servono due miliardi, ne servono 5, l’Europa ci deve aiutare… e ciascuno di noi? In economia, quando ci sono questi choc, si riparte con una iniezione di fiducia, invitando le persone a ricominciare a produrre, credere, investire, non con rivendicazioni che, se sono utili per uscire da un choc finanziario prolungato, non servono per questo tipo di difficoltà… qui occorre – prima di cominciare a battere cassa (legittimo, giusto) – dire agli italiani che possono essere fieramente italiani, essendo quelli che sono usciti dalla seconda guerra mondiale con un movimento economico enome di investimento e rilancio … No ad un atteggiamento rivendicativo, miope: ci si rialza e si affronta il problema a testa alta.
  2. Un ultimo pensiero: che sia la volta buona che il governo italiano si decida a smarcarsi da quella logica assurda di accentramento e statalismo imperante degli ultimi anni e ritrovi il coraggio e la determinazione di spendere meglio attraverso i costi standard e di ridare fiducia al privato nell’autentico spirito della Costituzione Italiana e di una sana economia.

Se il coronavirus ci ha insegnato a:

  1. stare con intelligenza nei processi
  2. reagire in modo propositivo e oltre ogni assurda logica di dereponsbailizzazione assintenzialistica
  3. spendere meglio i danari pubblici e investire nella collaborazione Stato-Privato in una logica armonica della sussidiarietà verticale ed orizzontale,
    allora non sarà solo una sciagura ma un’occasione.

Cogliamola, per apprezzare la bellezza di una cultura completa, che non attinge solo ai libri o ai video, ma anche alla realtà goduta e sperimentata di persona. L’energia che metteremo nel riprendere le consuete attività didattiche sarà un toccasana anche per l’economia delle nostre Città, delle Regioni, dell’Italia.

Coltiviamo il desiderio e la pratica del pensare e del riflettere: queste attività squisitamente umane e “familiari” saranno il motore della ripresa.

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