Il coronavirus è arrivato in Venezuela. Il vicepresidente Delcy Rodriguez ha confermato la prima vittima (un uomo di 47 anni con insufficienza polmonare) e, ad oggi, 102 casi di pazienti positivi al Covid-19.
Ma la diffusione del virus rischia di aggravare la crisi umanitaria nel Paese sudamericano, e non solo. Carrie Filipetti, sottosegretaria di Stato americano per Cuba e Venezuela, ha dichiarato in una videoconferenza che i casi di coronavirus venezuelano preoccupano molto l’amministrazione americana.
Gran parte dei venezuelani non può accedere all’acqua corrente e il sapone e il loro sistema sanitario è collassato da anni. “La situazione in Venezuela è estremamente nefasta […] – ha spiegato Filipetti -. Se il Venezuela non può fare fronte al Covid-19, in futuro il virus andrà in Brasile, Colombia e in tutta la regione, come stiamo vedendo che succede con la crisi di rifugiati”.
La funzionaria del governo di Donald Trump ha avvertito che “si vedrà un’espansione del Covid-19 nella regione, o anche a livello globale, se il Venezuela non è capace di gestire la crisi”.
Durante l’intervento organizzato dal Consiglio delle Americhe, Filipetti ha sottolineato che il Venezuela ha soltanto 84 letti in terapia intensiva per una popolazione di circa 30 milioni di persone: “Questo significa che nel momento in cui nel Venezuela si arrivi a 1500 casi, non ci sarà possibilità di gestire la crisi”.
Inoltre, nel Paese il 44% degli ospedali non ha elettricità in maniera continua e il 66% non ha acqua corrente tutte le 24 ore del giorno. Circa il 64% delle istituzioni sanitarie non ha macchinari di raggi x e il 90% non ha protocolli per terapie respiratorie, fondamentali per pazienti con il virus.
Anche il segretario generale dell’Organizzazione di Stati Americani (Osa), Luis Almagro, sostiene che “in Venezuela il coronavirus può essere una tragedia di dimensioni catastrofiche”. In un’intervista con Infobae, il segretario rieletto ha invitato la comunità internazionale a stare attenti perché l’irresponsabilità della dittatura venezuelana rispetto alla crisi umanitaria e migratoria si trasferirà alla crisi del coronavirus. “Se pensiamo al moltiplicatore della crisi migratoria e la crisi umanitaria – ha sottolineato -, si potrebbe presentare una tragedia di dimensioni catastrofiche per l’emisfero”.
Almagro ha lanciato un appello per restare vigili, con responsabilità, “e cercare un modo di cooperazione internazionale e di sostegno che possa mitigare la situazione e incaricarsi di quella responsabilità che la dittatura non assume”.