“Se il taglio della Federal Reserve al costo del denaro era nell’aria, nessuno si aspettava che fosse così importante. Quel -0,5% vuol dire che anche negli Stati Uniti si temono dei contraccolpi per l’economia a causa del coronavirus”. Così Emanuele Canegrati, senior analyst di Bp Prime broker di Londra legge la decisione del governatore Jerome Pawell di tagliare di mezzo punto il costo del denaro. “Non ci sono ancora dei dati macroeconomici sul reale impatto del Covid19 – spiega a Formiche.net – la Fed ha voluto giocare in anticipo, mi sembra chiaro che non si vogliono correre rischi inutili sulla crescita economica statunitense che comunque è sopra il 2%”.
Con questa operazione i tassi interbancari a stelle e strisce sono ora scesi all’1%-1,25% e gli operatori non escludono ulteriori azioni che potrebbero manifestarsi nel vertice della Fed in programma tra quindici giorni. Non è un caso che il presidente Donald Trump chieda alla banca centrale americana di fare di più, di svolgere “un ruolo di leader” allentando – ha scritto in un tweet il numero uno della Casa Bianca – “di più la politica monetaria e tagliando di più i tassi”.
Da parte sua il governatore Powell, che già in passato si è scontrato duramente con la “visione economica” di Trump ha messo le mani avanti spiegando che “un taglio dei tassi non ridurrà il livello di contagio o riparerà le interruzioni dell’offerta, ma introdurrà condizioni finanziarie accomodanti ed eviterà un inasprimento delle condizioni finanziarie”. “Ed è chiaro che Trump gioca la sua partita – spiega Canegrati – il suo obiettivo è quello di far credere all’opinione pubblica che il taglio dei tassi è in parte merito suo che ha sempre battuto su questo tasto, cosa che ovviamente non è essendo la Fed un’istituzione del tutto indipendente”.
Intanto il primo effetto del taglio del costo del denaro è stato anche quello di far respirare le borse europee – molto meno Wall Street – che in questi giorni invece avevano bruciano i guadagni dell’ultimo mese. “Una boccata d’ossigeno – continua Canegrati – anche se ampiamente attesa. Minori tassi d’interesse con la diminuzione del costo del denaro provocano effetti espansivi sull’economia e la reazione è stata la tipica che si osserva quando c’è un’espansione monetaria”.
Ma non solo. Per quanto riguarda l’Italia anche lo spread si è contratto scendendo a 160 punti base, in calo dai 176 della chiusura di ieri. “Certamente il taglio della Fed – continua Canegrati – potrebbe essere preso come spunto anche da altre banche centrali, questa mattina, ad esempio, sono stati tagliati anche dalla Banca centrale Australiana. Gli investitori pensano ad un effetto domino, a partire dalla Bce, per intervenire contro l’impatto economico della diffusione crescente del coronavirus, anche se il costo del denaro in Europa è già vicino allo zero, si è toccato il lower bound, il punto minimo sotto il quale non si può scendere, abbassarli ancora è una scelta difficile da giustificare soprattutto dopo i dati dell’inflazione che sono in leggero aumento”.