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Gli avvocati sono indenni dagli effetti del Coronavirus?

Quanto incide l’emergenza epidemiologica COVID-19 per la professione forense? Il Coronavirus sta incidendo profondamente e rapidamente sul mondo del lavoro ma questo sembra non intaccare la professione dell’avvocato. Com’è possibile?

Partendo da questi quesiti che mi sono posta ho deciso d’intervistare l’avvocato Alberto Improda al fine di comprendere come l’emergenza sanitaria in corso, interviene nel mondo delle professioni ed in particolare per quella degli avvocati.

Avvocato, prima della nostra chiacchierata, vogliamo fare una premessa sulla vostra professione ?
Sì Fabiola, assolutamente necessaria anche se forse un po’ scontata, ma serve a mettere in luce aspetti spesso sottovalutati o semplicemente dimenticati.
La nostra è una professione antichissima, in perenne evoluzione, costantemente con lo sguardo aperto sul domani.
L’Avvocato oggi è spesso una sorta di Ambasciatore dell’Azienda, che – quasi recuperando la vecchia figura del Procuratore Legale – per conto dell’Impresa interviene nelle situazioni più diverse e disparate.

Si parla di smart-working negli uffici, di e-learning per l’insegnamento, di e-commerce nella distribuzione e non solo.
Poco però si parla di come l’emergenza sanitaria in corso incide per il mondo delle professioni ed in particolare il lavoro degli avvocati: siete forse indenni dagli effetti dell’epidemia in corso?
Assolutamente no, anzi, l’attuale emergenza sanitaria sta modificando sensibilmente il modo di intendere e gestire la professione forense.
In che modo il Coronavirus sta svolgendo la funzione di catalizzatore e di acceleratore di processi nell’ambito del rapporto tra azienda e consulente legale?
L’impatto del Coronavirus sulle organizzazioni aziendali sta determinando un salto di qualità nell’evoluzione del rapporto tra avvocato e impresa?
Incide la necessità di ridimensionamento delle presenze negli uffici? Come la gestite?
In tempi di ridimensionamento delle presenze negli uffici, di gestione del lavoro da remoto, di alleggerimento degli organici, all’avvocato viene chiesto di svolgere attività per molti versi nuove, all’interno e all’esterno dell’azienda: effettuare sopralluoghi fisici e verifiche di mercato, sminare i rapporti con autorità politiche o amministrative, gestire fasi preparatorie con potenziali investitori finanziari o partner industriali, impostare trattative con eventuali concorrenti o alleati, etc. etc.
Quindi voi avvocati siete indenni dagli effetti del Coronavirus?
Sì Fabiola forse qualcuno lo pensa, ma… ovviamente, no purtroppo!
I miei trascorsi giovanili da Bersagliere del Friuli mi porterebbero a definire l’avvocato ai tempi del Coronavirus come un Marine dell’Impresa. Oggi l’avvocato è sempre di più un Ambasciatore Aziendale.
Necessità virtù o opportunità tutta da sfruttare?
In che modo si vogliono rompere gli schemi del passato?
Nel nostro lavoro Passato e Futuro si confrontano e si influenzano senza sosta. Non dobbiamo essere aggiornati solo con il mondo tecnologico ma fortemente radicati nel nostro sistema sociale e culturale.
Per sintetizzare questo concetto dirò che è parte integrante della nostra professione, come probabilmente in passato non lo è stata mai, la rapidità di reazione, la capacità di attivarsi tempestivamente, la disponibilità a partenze o a ritorni nottetempo, la capacità a interagire nello stesso giorno con personalità dal ruolo e dall’immagine totalmente differente, ma lo spirito di adattabilità forgiato su una grande professionalità, rende il tutto possibile.

Se volete approfondire quest’argomento vi segnalo il proseguo di questa lunga e piacevolissima intervista su MyWhere

La foto in homepage è stata scattata durante l’intervista che ho fatto all’avvocato Alberto Improda, rigorosamente all’aria aperta e a più di un metro di distanza per osservare le regole di comportamento imposte dal Coronavirus



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