Il discorso di Angela Merkel di questa sera (18.03.2020) è stato decisamente chiaro, netto, forte nei toni, e molto efficace.
Parlando alla Nazione, Merkel ha evidenziato in modo molto chiaro la sfida e la severità della questione. E ha detto, ripetendo più volte di “prendete la cosa sul serio” perché la sfida è per la Germania nuova, come mai dalla seconda guerra mondiale ad oggi.
Ha spiegato che, anche se il sistema ospedaliero tedesco è eccellente e preparato, non reggerebbe ad un’impennata dei ricoveri. Evidenziando il problema di carattere organizzativo. Poi, ha aggiunto, che non esiste un vaccino, anche se nel mondo esperte ed esperti ci stanno lavorando, né una cura. Questo passaggio è stato di una chiarezza unica. Chiaro e diretto: senza dover ricorrere a metafore come fatto da Macron, con riferimenti a guerre.
Non si può eivtare il contagio, né fermare un virus con armi, controlli alla frontiera. Ma si può, e si deve fare di tutto per minimizzarne gli effetti. Come? Rallentando il contagio. Limitando incontri pubblici, rapporti personali. Si tratta di grandi e gravi sacrifici. Per noi, abituati alla stretta di mana, al bacio, all’abbraccio. Per noi bisognosi di un contatto fisico. E afferma: ebbene, sembra strano, ma è fare il contrario, la cosa ora giusta. Ossia: tenere distanze di almeno un metro e mezzo, non toccarsi, lavarsi le mani spesso e rinunciare a momenti di socialità. Tutto questo non impedirà al virus di diffondersi, ma lo rallenterà. Eviterà un sovraccarico delle strutture sanitarie.
Interviene, credo, e questa è una mia opinione, dopo giorni in cui sia nelle televisioni che per strada, le persone non hanno dimostrato di aver né compreso realmente la portata del rischio, né la severità delle misure prese. Né di volerlo fare.
SIl discorso di Merkel sa anche un po’ anche di rimprovero.Un rimprovero di una madre ai suoi figli. Così, mi vien da dire, stasera abbiamo visto realmente “Die Mutti”. Ha preso per le orecchie i figli indisciplinati e lo ha detto più volte: per limitare i danni, per evitare che persone a noi care vadano in ospedale o addirittura che possano morire, dobbiamo fare ciascuna e ciascuno la nostra parte.
Come ho detto più volte, serve responsabilità, se non per noi stessi, per gli altri. Per chi incontriamo per strada senza poter sapere se, giovane o meno giovane, può essere debole e facilmente esposto al rischio del virus. Ha ribadito di tenere nonni e nipoti distanti. Poiché gli anziani sono le fasce di popolazione più a rischio. Oggi, il più forte e alto gesto d’amore nei confronti dei nostri nonni, è stare lontani: scrivere lettere, email, usare le nuove forme di comunicazione per essere vicini e presenti. Ma evitare i contatti fisici. Non per sempre: ma per il tempo necessario – e si spera sia breve – per contenere l’infezione e sconfiggere il Coronavirus.
Ci sono altri passaggi molto importanti da sottolineare: 1) ha fatto appello alla solidarietà e ai buoni rapporti di vicinato. Chi può aiutare un anziano, lo faccia: fare per loro la spesa, essere vicini per aiutarli a superare questa fase drammatica; 2) ha “sgridato” l’egoismo di alcuni. Chi fa la spesa, ha detto, deve essere solidale con gli altri, non importa acquistare quantità spropositate di materiali. I servizi di rifornimento saranno sempre garantiti. E poi, un ringraziamento agli operatori medico-sanitari, alle commesse e ai commessi, a chi sta alla cassa che in questi giorni, h24. garantisce servizi essenziali senza risparmiarsi ed esponendosi. Questo va ricordato.
Si tratta, in conclusione, delle stesse misure prese in Italia con una importantissima eccezione: ha ribadito quanto è doloroso limitare la libertà di movimento. La chiusura delle frontiere con i Paesi vicini, un atto doloroso ma dovuto. Fa però appello, in modo “nordico” alla responsabilità individuale, evidenziando che in una democrazia non si può “costringere”. Su questo potremmo aprire una discussione a parte, ma da quanto emerge da questo intervento non saranno predisposte quarantene preventive alle persone affinché stiano a casa.
Basterà questo appello per convincere tedesche e tedeschi a stare a casa? Lo vedremo nei prossimi giorni, e sospetto che a quel punto, se la cosa non sarà cambiata radicalmente, anche la Germania dovrà spingersi fino all’obbligo di non uscire.