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Cosa (non) sta facendo il Messico per il coronavirus

Il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, non è per nulla preoccupato. Anzi, trova anche il tempo di scherzare sulla crisi sanitaria di coronavirus che sta colpendo il mondo. In un discorso pubblicato sui canali social, il capo del governo messicano ha invitato la popolazione a “non smettere di uscire” di casa e a non adottare misure “esagerate” per fare fronte alla situazione: “Se potete farlo ed avete la possibilità economica, continuate a portare la famiglia a mangiare, ai ristoranti, alle aziende agricole, fatelo perché significa rafforzare l’economia familiare e l’economia popolare”. Il video è molto esplicito, fa vedere López Obrador seduto, tranquillamente, nel ristorante La Teca dello stato di Oaxaca.

Il 4 marzo, dopo che un gruppo di esperti del settore sanitario ha consigliato al governo di imporre misure di contenimento, tra cui il “social distance”, il presidente messicano ha scherzato dicendo che non è sbagliato abbracciarci. Una settimana dopo, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha qualificato come pandemica la crisi del Covid-19, la risposta (pubblica) di López Obrador è stata quella di abbracciare e baciare sulla guancia una bambina. Successivamente, il leader ha assicurato che l’antidoto per il virus è l’onestà e portare con sé due figurine di santi come “guardie del corpo”.

Per López Obrador la situazione non è grave, almeno non in Messico. Ha ricordato che il Paese centroamericano è ancora nella fase numero 1 dell’emergenza, quella in cui i contagi continuano ad essere da pazienti arrivati dall’estero “Se ci paralizziamo senza se e senza ma non facciamo niente di buono, non aiutiamo – ha spiegato – non bisogna anticipare situazioni critiche […] Vi dirò io quando smettere di uscire”.

Il presidente sostiene che i messicani sono un popolo che possiede e ha ereditato da culture millenarie un’incredibile forza: “Ci stiamo preparando, non bisogna spaventarsi né anticiparci”.

In Messico ci sono 367 pazienti positivi al Covid-19 ed è morta una sola persona, che è stata in un concerto rock, due settimane fa.

Non tutti però condividono questa linea. Il capo del governo della Città del Messico, Claudia Sheinbaum, ha chiesto alla popolazione di non uscire di casa, dopo avere deciso la chiusura di cinema, palestre e teatri della capitale.

Secondo il giornalista Diego Fonseca, è molto difficile superare Donald Trump “come il peggior leader gestendo la crisi del coronavirus”, ma López Obrador ci sta riuscendo.

In un articolo pubblicato sul The New York Times, ha spiegato il perché considera il presidente messicano irresponsabile: “Il suo rifiuto di prendere misure preventive e guidare con l’esempio una parodia è pericoloso. Il Messico ha popolazioni vulnerabili, città sovrappopolate, trasporti pubblici sovraccarichi e un sistema di salute indebolito per i tagli nel bilancio con il suo governo nel 2019”.

“Questa crisi richiede uno sforzo collettivo – conclude Fonseca -, ma esige soprattutto che questa decisione individuale sia rafforzata quotidianamente dall’atteggiamento dei funzionari eletti. Presidenti, sindaci, governatori, deputati devono guidare quest’atteggiamento. La loro figura orienta comportamenti, fissa i limiti simbolici di quanto è permesso. Infatti, sono chiamati primi mandatari o primi cittadini: perché loro devono rispettare la legge prima di tutti”.

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