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Strade sicure e lotta al coronavirus. Ecco perché l’Italia schiera i suoi militari

Inizierà in Campania e in Sicilia il contributo dei militari impegnati nell’operazione Strade sicure per gestire l’emergenza sanitaria. L’annuncio è arrivato ieri dopo l’intesa tra il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il titolare della Difesa Lorenzo Guerini, che ha dato “piena disponibilità” a una soluzione che si aggiunge ai molteplici contributi delle Forze armate contro il Covid-19.

L’OPERAZIONE

L’operazione è attiva (non senza critiche per durata e modalità) dal 2008, e coinvolge attualmente oltre settemila militari su tutto il territorio nazionale. Già da settimane uomini e donne delle Forze armate erano scesi in campo per l’emergenza sanitaria, soprattutto nel controllo su zone rosse e isolamenti, qualificati come agenti di pubblica sicurezza sulla base delle decisioni dei vari prefetti. Il ricorso alle risorse di Strade sicure va in questa direzione, e verrà modulato “sulla base delle esigenze territoriali individuate dai comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica”, spiega la Difesa in una nota.

LE FORZE ARMATE IN CAMPO

“Le Forze armate – ha detto il ministro Guerini – sono pronte a fare la loro parte, come già stanno facendo sia sul fronte sanitario che nel controllo del territorio”. E così, ha aggiunto, “sulla base di questo dispositivo è già stato disposto, in coordinamento con il Centro operativo interforze della Difesa, l’impiego nelle regioni Campania e Sicilia”. È così che si aggiunge un tassello all’impegno messo in campo dalle Forze armate contro il coronavirus sin dai primi giorni dell’emergenza nazionale. Dalla produzione di mascherine e disinfettante, al controllo sulle strade, fino al trasporto in biocontenimento da regione a regione, il contributo è destinato ad aumentare vista la previsione, con il decreto Cura Italia, di assunzioni per 120 medici e 200 infermieri militari.

GLI AIUTI DALL’ESTERO

Mercoledì, l’Aeronautica militare ha offerto supporto logistico e di trasporto per gli aiuti provenienti dagli Stati Uniti (un intero ospedale da campo per Cremona). Ieri, due KC-767 e un C-130J dell’Arma azzurra hanno portato da Colonia a Pratica di Mare le sette tonnellate di attrezzatura (tra sistemi per l’assistenza respiratoria e altro materiale sanitario) provenienti dalla Germania. Nel frattempo, l’Associazione nazionale alpini ha fatto arrivare un ospedale da campo a Bergamo offrendo il supporto dei suoi volontari, un altro esempio del contributo del sistema-Difesa nazionale.

LO SCRAMBLE

Tutto questo, senza perdere di vista l’obiettivo quotidiano della Difesa nazionale. Lo ha dimostrato ieri lo scamble di due Eurofighter del 4° Stormo di Grosseto dell’Aeronautica su un velivolo di easyJet che, decollato dall’Inghilterra e diretto a Malta, aveva perso i contatti radio con gli enti del traffico aereo civile sorvolando lo spazio aereo nazionale. “I due caccia – spiega la Forza armata – al momento della richiesta di intervento, erano già in volo per una missione di addestramento”. L’ordine di rimodulazione della missione, da addestrativa a reale, è arrivato dal centro Nato di Torrejon, in Spagna, responsabile per la salvaguardia dello spazio aereo dell’area. Coordinati dal comando di Poggio Renatico, i due caccia italiani si sono avvicinati al velivolo per la consueta “visual identification” (Vid). Accertata l’assenza di situazioni d’emergenza e ripristinate le comunicazioni, gli Eurofighter hanno fatto rientro sulla base maremmana.

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