La Nato c’è, anche contro il coronavirus. Il Consiglio del nord atlantico si è riunito ierial quartier generale di Bruxelles per discutere delle misure prese dagli Stati membri per contenere la diffusione del coronavirus. Dalla riunione è arrivato un doppio messaggio: l’Alleanza è solida e unita nell’affrontare l’emergenza; nel frattempo, le forze restano operative, pronte ad assolvere alla missione di difesa collettiva.
L’INCONTRO
Niente strette di mano, misurazione della temperatura all’ingresso, lavaggi di mani per tutti e distanze di almeno un metro tra gli ambasciatori. Tra le misure adottate anche dalla Nato, il segretario generale Jens Stoltenberg ha ricevuto “regolarmente” i rappresentanti dei Paesi membri presso l’Alleanza. Un meeting particolare anche per la fresca adesione della Macedonia del nord, trentesimo Stato membro dopo la ratifica, ieri, da parte del Parlamento spagnolo sull’accordo di accesso, tardata solo dall’ultima tornata elettorale nel Paese iberico.
UN MESSAGGIO DI UNITÀ
La riunione è stata però tutta dedicata al Coronavirus. Prima di tutto, è arrivata la “valutazione positiva” sulla “rapida risposta” offerta dagli alleati all’epidemia. Già la scorsa settimana, Stoltenberg aveva espresso solidarietà e vicinanza agli alleati colpiti dall’emergenza, lanciando un “pensiero particolare” per l’Italia. Il messaggio è stato ancora oggi all’insegna dell’unità dell’Alleanza, fondamentale in un contesto internazionale dominato da narrazioni competitive circa il coronavirus e la sua diffusione. Non è un caso che Frederick Kempe, presidente dell’autorevole think tank americano Atlantic Council, abbia consigliato a Donald Trump di invocare l’articolo 5 del Trattato nord atlantico, quello relativo alla difesa collettiva. L’obiettivo è dare un segnale di unità e offrire un contesto ben rodato per coordinare la risposta all’emergenza.
L’ALLEANZA E’ OPERATIVA
Più rilevante tuttavia il messaggio sull’operatività della Nato stessa, determinante per un’organizzazione con migliaia di militari impegnati in tante missioni, dal Kosovo all’Afghanistan, fino all’Africa. Anche su questo il Consiglio ha espresso rassicurazioni: “Abbiamo messo in atto misure e programmi solidi per garantire il proseguimento delle attività essenziali dell’Alleanza”. L’operatività è stata confermata dal generale Tod Wolter, comandante del Comando europeo degli Stati Uniti (EuCom) e del Supreme Allied Commander Europe (Saceur) della Nato, il quale ha garantito “la capacità dell’Alleanza di svolgere missioni e le operazioni in programma non è stata compromessa”. Presente anche Stuart Peach, presidente del Comitato militare.
LE MISURE A BRUXELLES
Come noto, la missione Defender Europe a guida statunitense è stata ampiamente ridimensionata. Non viene meno però la funzione dell’Alleanza, ed è un messaggio a competitor che hanno tentato di sfruttare la pandemia per far dilagare un sentimento anti-Nato. A inizio marzo, Stoltenberg confermava la continuità delle operazioni dell’Alleanza, ribadita anche una decina di giorni fa, quando era stata comunicata la positività al virus per un membro dello staff del quartier generale di Bruxelles, di ritorno “da una vacanze in nord Italia” e finito dunque in isolamento domiciliare. Da allora, “la Nato ha messo in atto misure solide e piani di continuità operativa, garantendo così che il lavoro essenziale continui”.