Anche la comunità islamica aderisce alle misure preventive per la diffusione del coronavirus. La Comunità Religiosa Islamica Italiana (Coreis) ha comunicato le indicazioni del Consiglio dei Sapienti dell’Università di Al-Azhar del Cairo e del Consiglio degli Emirati Arabi Uniti per le Questioni di Fatwa, presieduto dallo Shaykh Bin Bayyah.
L’invito è a sospendere le preghiere comunitarie del venerdì in tutte le “diverse nazioni contagiate” del mondo islamico.
“Gli anziani tra gli ulema (sapienti religiosi) – si legge nel comunicato della Coreis – sono unanimi riguardo a quanto segue: che qualcosa di imminente va considerato come se fosse già reale; se una cosa somiglia ad un’altra, si prendono le regole di quest’ultima, e la salute del corpo umano è il più alto obiettivo e interesse della shariah”.
Gli “ulema”, cioè teologi e giureconsulti, consigliano dunque a tutti i musulmani di oriente e di occidente di eseguire le nuove normative imposte dalle autorità locali: “È inammissibile secondo la legge sacra ignorare tali direttive e misure in qualsiasi circostanza”.
Inoltre, il Consiglio dei Sapienti di Al-Azhar chiede ai muezzin a diffondere l’invito a restare in casa, aggiungendo alla preghiera quotidiana l’esortazione “Salū fī buyūtikum – Pregate nelle vostre case!”: “La moltiplicazione delle preghiere, le opere di carità e le richieste di affidamento ed aiuto a Dio in modo che allontani questa catastrofe dal mondo”.
Lunedì 16 marzo, a Napoli, la comunità di Corso Arnaldo Lucci si era ribellata contro la moschea perché all’interno erano riunite più di 50 persone
“Ci uniamo a queste indicazioni ed esortazioni – conclude il comunicato Coreis -, nella speranza che questo momento di ritiro nelle proprie famiglie e dalle abitudini quotidiane sia un’occasione di preghiera e rinnovamento in attesa di un nuovo ciclo”.