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Proteggiamo la nostra industria (anche aerospaziale). Parla Guido Crosetto

Posticipare l’Iva, aumentare la garanzia del governo sui fidi bancari alle imprese e adottare strumenti (come il rafforzamento del Golden power) per evitare la scalata su aziende strategiche. Sono le proposte di Guido Crosetto, presidente della Federazione delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad), per evitare di “frantumare la ricchezza e la produzione del Paese”. Intanto, il comparto aerospaziale è in queste ore protagonista di uno sciopero indetto dai sindacati contro il suo inserimento tra le aziende strategiche nell’ultimo decreto siglato da Giuseppe Conte, e dunque tra quelle che possono continuare a lavorare.

Molti lavoratori dell’aerospazio stanno scioperando. Come legge la situazione?

La situazione è chiaramente dovuta alla paura e al panico. Non si può colpevolizzare nessuno. Se i lavoratori sono messi in condizione di lavorare in sicurezza, credo che si possa lavorare. Io sto lavorando cercando di essere in totale sicurezza, ma è chiaro che non opero in fabbrica ed è più facile. Penso però al fatto che stanno lavorando gli addetti nei supermercati, medici ed infermieri negli ospedali, autisti e molta altra gente. proprio perché messi in sicurezza per farlo. Il problema è consentire che la sicurezza sia al massimo. Capisco bene che, qualora ciò non sia garantito, sia legittimo è logico non lavorare. Ma se la sicurezza è garantita, prima di fare scioperi sarebbe opportuno rifletterci, soprattutto in un momento come questo.

Lei ha rivolto diversi appelli al governo sull’attenzione alle aziende. Che rischio c’è?

Il rischio è chiaro. Per tutte le aziende che si sono fermate, ad eccezione di quelle solide (e per fortuna ne abbiamo molte), ci sarà una crisi di liquidità. Sono aziende abituate a fatturare, scontare le fatture ed effettuare i pagamenti. Non potendo farlo, salteranno i pagamenti (ne saltano anche molti adesso) e il prossimo mese saranno in molte di più a non poter pagare. È come un domino: la debolezza di molte si abbatterà su tutte. Il governo non lo ha ancora capito e infatti non è stata posticipata l’Iva, e tante aziende che non l’hanno pagata ora si ritroveranno una penalità del 3,5%. La somma della mancanza di liquidità si ripercuoterà sull’intero settore privato, con il rischio di frantumare la ricchezza e la produzione nel Paese.

Che fare dunque?

Negli Stati Unti stanno parlando di helicopter money. Vuol dire una pioggia diffusa di soldi. Per questo ho chiesto al governo di allargare la norma di garanzia sui finanziamenti che attualmente prevede un massimo del 33%, per impedire alle banche di diminuire i fidi, girandola in positivo, aumentandola fino al 100% e di fatto imponendo l’aumento dei fidi al sistema bancario. Serve una norma che aumenti del 15/20%, di scoperto di conto, tutti i fidi delle aziende in modo che non si fermino i pagamenti, con la garanzia del governo.

E i parametri di Basilea sui requisiti patrimoniali delle banche?

O saltano, oppure saltano le banche. Sono stufo di vedermi dare ragione quando ormai i buoi sono usciti dalla stalla. Stanti i parametri di Basilea, il sistema bancario non reggerà perché salteranno i rating delle aziende. Siccome è facile prevederlo adesso, meglio togliere i parametri, anche perché siamo l’unica parte del mondo ad averli.

Intravede rischi maggiori per l’aerospazio rispetto ad altri comparti?

No, i rischi sono gli stessi. Tra l’altro, il settore ha in teoria la possibilità di ripartire prima di tutti quando ripartiremo, a condizione che vengano sbloccati i soldi che già esistono a bilancio. Quando avremo necessità di ripartire, l’aerospazio potrà farlo più rapidamente per le risorse previste nelle scorse finanziarie. Sono queste a dover essere velocizzate; una sorta di contributo finanziario alla ripartenza. Inoltre, gli aerei e gli elicotteri devono continuare a volare, così come la cyber-security deve continuare a esistere e la sicurezza delle Forze armate ad essere garantita. Il settore deve lavorare. Spetta alle singole aziende selezionare i segmenti che possono fermarsi e quelli che possono continuare a lavorare in totale sicurezza. Con queste premesse (scontate), il comparto continua a operare.

È quindi d’accordo che l’aerospazio figuri nel decreto del presidente del Consiglio tra i settori operativi?

Come Aiad ci siamo fatti promotori e abbiamo lavorato affinché fosse inserito, ma devo ammettere che non c’era bisogno.

C’è chi propone di rafforzare il Golden power per evitare scalate su aziende strategiche. Che ne pensa?

È assolutamente da fare. C’è poi un’altra possibilità: con lo stesso meccanismo della garanzia sovrana già previsto per far operare Cassa depositi e prestiti, si potrebbe creare un fondo per l’acquisto dei titoli delle aziende strategiche che possono essere sotto attacco. Lo hanno fatto gli Stati Uniti dopo la crisi del 2008, senza rimetterci nulla, ma anzi guadagnandoci. È infatti chiaro che il valore dei titoli di oggi non è reale. Chi ora ha la liquidità per comprare aziende strategiche italiane farebbe un affare, poiché sa che il valore è destinato a crescere in uno o due anni.

C’è poi il capitolo degli aiuti internazionali che sembrano diventare componenti di soft power. Cina e Russia sono particolarmente attive. Ci sono rischi?

Se sono sinceri, gli aiuti si accettano, si ringrazia, e magari poi si ricambiano. L’importante è non firmare cambiali.



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