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A che punto è il coronavirus in Africa. Rischi e misure

Il coronavirus diffonde terrore in Africa. Sono 32 i Paesi costretti a gestire i contagi, che raggiungono quota 600 in tutto il Continente. Gran parte di questi sono pazienti che hanno portato il virus dall’Europa o dagli Stati Uniti, non dai cinesi, come si temeva inizialmente a causa della partnership commerciale tra l’Africa e la Cina.

Tuttavia, molti esperti mettono in dubbi questi dati. Il primo caso confermato in Africa si è registrato a metà febbraio e all’inizio di marzo solo l’Algeria e la Nigeria avevano ammesso di avere dei contagiati. Altri sostengono che il ritmo lento di diffusione sia dovuto al clima tropicale, ma questa teoria non è ancora confermata.

In Africa le conseguenze di un’epidemia coronavirus sarebbero devastanti, molto più che in Cina o in Europa. La propagazione del virus dipende da molti fattori. Nel continente africano, per esempio, l’ingresso di casi di Covid-19 è stata lenta e molti dei Paesi sono in stato di allerta con molte misure preventive che finora sono state efficaci. In Nigeria hanno già esperienza con la gestione di epidemia di colera e polio, mentre nella Repubblica Democratica del Congo hanno a disposizione strutture di isolamento dopo l’ultimo focolaio di ebola.

Gioco contro invece il fatto che i sistemi sanitari di quasi tutti i Paesi sono molto deboli, e la mancanza di acqua corrente – imprescindibile per la principale misura preventiva di lavarsi le mani – colpisce circa 300 milioni di persone, circa il 63% della popolazione dell’Africa subsahariana. Inoltre, molti Paesi devono combattere una lunga battaglia contro altre malattie come il morbillo, l’Hiv o la tubercolosi.

La paura di riprodurre l’andamento dell’epidemia in Europa ha portato molti Paesi africani a stringere sulle misure. In Marocco, Egitto e Sudafrica sono state chiuse le scuole. In Senegal sono state vietate le celebrazioni religiose e sono stati limitati i voli con i Paesi più colpiti. Anche se non ha ancora nessun caso confermato, Ciad ha deciso di chiudere le frontiere e gli aeroporti.

Ad ora il Paese con più casi del Continente è il Sudafrica. In solo 24 ore sono stati confermati 23 nuovi casi, (quattro sono bambini di meno di cinque anni) per un totale di 116 contagiati. Il primo caso si è registrato il 5 marzo, un uomo che è rientrato con la moglie dall’Italia.

Cyril Ramaphosa, presidente del Sudafrica, ha definito la situazione come “disastro naturale” e ha vietato tutti i voli con i Paesi che hanno casi di coronavirus. Sono stati revocati circa 10.000 visti a cinesi e iraniani.

In Zimbabwe è stato dichiarato lo stato di disastro, anche se ancora non ci sono casi confermati. Il presidente Emmerson Mnangagwa sostiene che l’impatto del Covid-19 nel Paese sarà terribile, giacché il Paese ha un’economia molto debole, un sistema sanitario precario e un indice di disoccupazione altissimo.



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