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Tre scenari economici ai tempi del coronavirus. Il report Eurasia Group

L’economia è uno dei pazienti più gravi colpiti dal coronavirus. Una nota elaborata da Euroasia Group traccia tre scenari economici, determinati dalla crisi epidemiologica globale. Gli effetti del covid-19 a livello mondiale potrebbero essere dunque benigni, gravi o molto severi.

Se il quadro dei contagiati a livello internazionale aumenta, a luglio potrebbe registrarsi una recessione mondiale. Con un effetto immediato sulle catene di rifornimento e perdite sui bilanci di imprese e famiglie. Per cercare di contenere quest’emergenza, le banche centrali potrebbero riformulare le domande, ma questo non rallenterà lo stato di instabilità finanziaria. Inevitabilmente si dovranno rivedere le politiche fiscali.

Sull’economia, il report sostiene che “la diffusione globale del virus, e la crescente evidenza di dislocazioni diffuse oltre la Cina, mette in discussione le speranze di un esito positivo”. In uno “scenario benigno” Eurasia Group aveva previsto conseguenze critiche per la strategia di stabilizzazione economica di Pechino.

Con uno scenario più grave, in cui il picco dell’epidemia non si verifica fino a dopo la metà dell’anno, la situazione si aggrava. Un’altra possibilità ancora più preoccupante sarebbe prevista in caso di una diffusione del virus fino alla fine del 2020. “Gli ultimi due scenari avrebbero conseguenze ampie e protratte per l’economia globale, anche dopo la fine dell’epidemia”, conclude il report.

Nello scenario più ottimista, la crescita globale sarebbe rallentata in modo significativo nella prima metà dell’anno, a meno del 2,5%, con un rimbalzo a partire dalla fine del secondo trimestre: “Le insolvenze si concentrano principalmente su settori come il turismo e i viaggi e non creano crisi finanziarie a livello economico. Poiché il virus è contenuto, il prezzo del petrolio rimbalza a 60 dollari il barile”. Per la Cina, la crescita economica è rallentata ma comunque sana, mentre gli Stati Uniti le misure del Congresso e le risorse stanziante per il coronavirus potrebbero bastare. In Italia, invece, “l’economia ristagna ma evita la recessione, sostenuta da ulteriori moderati stimoli fiscali e allentamento della Banca centrale europea. La coalizione al potere è instabile ma è improbabile un cambiamento nel governo o elezioni anticipate”.

Uno “scenario grave” è probabile se il numero di casi continua ad aumentare fino a fine luglio. “Questo percorso più serio per il virus porta a misure di contenimento più aggressive nel resto del mondo rispetto a quelle finora osservate – spiega il report -. Restrizioni di viaggio e altre misure di contenimento aggressivo diffuse in tutto il mondo”. Sulle misure di stimolo, lo studio indica che le banche centrali potrebbero ridurre i tassi a zero o in territorio negativo e, in alcuni casi, ricostituire i programmi di allentamento quantitativo: In questo scenario “i mercati continuano a funzionare, ma alcuni settori richiedono speciali linee di credito per garantire un’adeguata liquidità”. Le previsione puntano ad una crescita intorno allo zero per la prima metà dell’anno, con più stabilità in autunno e una ripresa alla fine dell’anno (5% tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021).

Lo scenario di gravità severa è previsto se non ci sono cali dei nuovi casi entro la fine di luglio. “Gravi disaccoppiamenti si traducono in filiere più brevi e deglobalizzazione man mano che le aziende rinazionalizzano i rapporti di fornitura. Le preoccupazioni in materia di sicurezza dell’approvvigionamento portano anche i paesi ad adottare politiche protezionistiche su tecnologie e beni critici”, si legge sul report. In questo caso, a crescita globale potrebbe diminuire drasticamente a circa zero nel 2020, con una modesta ripresa nel 2021. Il prezzo del petrolio resterebbe sui 35 dollari il barile.

In questo ultimo scenario per l’Italia la recessione sarebbe grave e duratura. Con ulteriori rischi di allentamento monetario: “Si inizia a considerare l’ulteriore allentamento fiscale, date le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito. Ciò potrebbe compromettere l’accesso sostenibile al mercato”. Sorgerebbero anche domande su una possibile linea di credito del meccanismo europeo di stabilità e preoccupazioni del mercato sulla redditività dell’euro. E, inevitabilmente, ci sarebbe la possibilità di elezioni anticipate, non prima però del 2021.

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