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USA2020, Warren lascia. Chi appoggerà la senatrice di sinistra?

Il fiele più amaro Elizabeth Warren l’ha dovuto bere nel suo Stato, il Massachusetts, che l’ha eletta per due volte senatrice: nel Super Martedì delle primarie democratiche, lì è finita terza, dietro l’ex vice-presidente Joe Biden, l’asso piglia(quasi)tutto di giornata, e dietro il senatore Barnie Sanders, che le contendeva, con successo, il voto di sinistra.

Così, dopo averci pensato un giorno in più di Mike Bloomberg, la Warren ha abbandonato la corsa alla nomination democratica. In autunno, era parso, per un breve periodo, che la sua campagna potesse decollare: la senatrice era persino stata in testa nei sondaggi nazionali, a fare da battistrada davanti a Biden e a Sanders. Ma quella che fu l’egeria di Occupy Wall Street non ha poi saputo allargare il proprio sostegno da una élite di progressisti, conquistati dai suoi piani da professoressa d’economia, a una base più larga e non ha mai avuto l’appoggio della classe lavoratrice.

Annunciando il ritiro, la Warren non ha dato il suo endorsement né a Biden né a Sanders, politicamente più vicino a lei e che la sta ‘corteggiando’: la senatrice ha detto di avere ancora bisogno di tempo per decidere. La sua scelta, come la corsa alla nomination, è ormai limitata a uno dei due, anche se formalmente resta in lizza anche la deputata delle Hawaii Tulsi Gabbard, che forse aspetta di misurarsi nel suo Stato prima di abbandonare.

A due giorni dal Super Martedì, il conteggio aggiornato ma non ancora completo dei delegati vede Biden davanti Sanders: 610 contro 541. Dopo le desistenze e gli endorsement, Biden può anche contare sui 59 di Bloomberg, i 26 di Pete Buttigieg e i sette di Amy Klobuchar. La Warren ne ha 64 e la Gabbard 2.

In un messaggio d’addio e di ringraziamento ai suoi sostenitori, la Warren rivendica alcuni meriti della sua campagna e, in particolare, il ruolo avuto negli ultimi 2 dibattiti democraticinell’affossare la candidatura di Bloomberg, “un miliardario cui è stata negata la possibilità di comprarsi l’elezione”.

L’uscita di scena della senatrice è stata salutata con commenti per lei lusinghieri sia dai Biden che da Sanders, che se ne aspetta l’appoggio. La speaker della Camera, Nancy Pelosi, considera che ci sia “un elemento di misoginia” che mina le candidature delle donne alla Casa Bianca: “Ogni volta che sono presentata come la donna più potente d’America quasi piango perché vorrei che non fosse vero … Vorrei avessimo una donna presidente degli Stati Uniti e (nel 2016 con Hillary Clinton, ndr) ci siamo arrivati vicino”.

Il Super Martedì ha cambiato i connotati e l’inerzia della corsa democratica: Biden è il favorito, Sanders l’inseguitore. Donald Trump, che tifa Sanders, pensa che vincerà Biden: “Mentalmente, sono tutto pronto per Bernie, ma ora non penso che correrò contro di lui, sarà molto difficile che rimonti”, ha detto il magnate presidente in un dibattito televisivo.

Sanders sta intanto modificando i suoi piani: ha cancellato i suoi appuntamenti in Mississippi, preferendo concentrarsi sul Michigan – due Stati in cui si voterà martedì prossimo 10 marzo. È segno che il senatore considera persi il Sud e i neri e vuole invece difendere le sue posizioni intorno ai Grandi Laghi: farà campagna a Detroit, la capitale dell’auto, e a Grand Rapids. Nel 2016, Bernie vinse il Michigan di un soffio su Hillary e ora deve assolutamente riconquistarlo per frenare la fuga di Biden. Alcuni segnali non sono di buon auspicio: l’ex vice di Barack Obama ha incassato molti endorsement pesanti, come quello della governatrice Gretchen Whitmer e dei maggiori media locali. Un sondaggio del Detroit News dà Biden avanti a Sanders di 7 punti.

Usa2020

 

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