Se chiediamo in giro cosa sono i gruppi di interesse, la risposta immediata, di chi ha un’infarinatura su questo argomento, è: “i gruppi di interesse sono le lobby”. Se invece ci riferiamo a casi specifici, le certezze, anche di chi crede di sapere, cominciano legittimamente a vacillare. Mi spiego meglio. Se la domanda diventa: “la Confindustria può essere considerata il gruppo di interesse, ossia la lobby degli imprenditori?” la risposta è quasi sempre sì. Ma quando la domanda diventa “I sindacati possono essere considerati il gruppo di interesse, ossia la lobby dei lavoratori?” oppure “Legambiente è uno dei gruppi di interesse, ossia una delle lobby degli ambientalisti?” iniziano a sorgere i primi dubbi.
Per chiarire questi dubbi, abbiamo ‘reclutato’ Andrea Pritoni, professore di Scienza Politica all’Università degli Studi di Torino. Lo abbiamo intervistato per la nostra video rubrica “Lobby Non Olet”. Guarda il video.
Cos’è un gruppo di interesse “è una domanda più complicata di quanto sembri, tanto che nella letteratura specialistica non c’è accordo sulla definizione. C’è chi sostiene che siano gruppi di interesse esclusivamente le associazioni di rappresentanza e quindi tutte le organizzazioni che hanno una qualche forma di membership; e c’è invece chi sostiene che debbano essere considerati gruppi di interesse tutti quegli attori che, a vario titolo, cercano di influire sul processo decisionale”.
Io non amo la parola “influire”, preferisco “informare” o “rendere consapevole” il decisore pubblico, ma questo è un mio vecchio pallino. Ma la sostanza non cambia. Quello che emerge dall’intervista con Andrea Pritoni è che il gruppo di interesse si costituisce intorno all’obiettivo di avere voce in capitolo nel processo decisionale. “Nel momento stesso in cui ipotizziamo che è un gruppo di interesse qualunque organizzazione che preme sul processo decisionale per rivendicare le proprie istanze è evidente che Confindustria e CGIL, da un lato; quanto le associazioni di consumatori, o anche gli animalisti e Legambiente dall’altro, debbano essere considerati, tutti, gruppi di interesse”.
Quindi, senza girarci intorno, possiamo dire una volta per tutte che l’equazione è: organizzazione che rappresenta un interesse al decisore pubblico = gruppo di interesse = lobby. Niente di più, niente di meno. Se poi vogliamo sostenere che le cause che ci sembrano più nobili non rientrano nella categoria, possiamo sempre farlo. Ma, vi assicuro, il lavoro di rappresentanza che si svolge è assolutamente lo stesso. Parola di lobbista.