Michelle Obama torna alla Casa Bianca, come vice di Joe Biden, che fu il vice di suo marito Barack per otto anni, dal 2009 al 2017: l’ipotesi, ricorrente sui media Usa, non avrebbe nessuna possibilità di realizzarsi, secondo Valerie Jarrett, già consigliere di Barack Obama. In un’intervista a The Hill, il giornale del Campidoglio di Washington, la Jarrett dice: “Non c’è alcuna possibilità” che Michelle entri nel ticket di Biden; “Ne sono così certa perché non c’è mai stato un momento in cui lei abbia espresso interesse a candidarsi per un incarico politico”; semplicemente, “non vuole quel lavoro”.
Le voci di ticket Joe-Michelle sono alimentate dall’impegno del candidato democratico a Usa 2020 a scegliersi una donna come vice e dai ripetuti apprezzamenti di Biden per l’ex first lady. Che sta, effettivamente, preparando il proprio endorsement personale dell’ex vice del marito. Inoltre, è convinzione diffusa, nel Partito democratico e nei media, che la coppia Biden–Obama eserciterebbe un fortissimo richiamo sull’elettorato americano, data l’altissima popolarità dell’ex first lady.
Ieri, nello Earth Day, Biden ha intanto ricevuto l’endorsement di Al Gore, l’ex vice di Bill Clinton, candidato democratico alla Casa Bianca nel 2000 – sconfitto da George W. Bush -. Gore, 72 anni, oggi uno dei maggiori attivisti americani e mondiali sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, premio Nobel per la Pace nel 2007, ha espresso in un tweet il sostegno all’ex vice di Obama.
Michelle, 56 anni, sta invece discutendo con Biden che contributo dare alla campagna elettorale, cominciando dalla raccolta fondi virtuale, e potrebbe pubblicare un video simile a quello diffuso subito dopo Pasqua dal marito Barack per appoggiarne la candidatura a Usa 2020.
Giorni fa, il New York Post, che non è il giornale più attendibile sul fronte della politica nazionale degli Stati Uniti, descriveva il percorso “fantascientifico” con cui gli Obama “potrebbero facilmente guadagnarsi altri otto anni alla Casa Bianca”: “Biden ha già detto che sceglierà una donna come vice, ma nessuna delle candidate, tra cui Kamala Harris, Elizabeth Warren e Amy Klobuchar, ha suscitato molto interesse nella base democratica durante le primarie”, scriveva il Nyp, rilevando che, invece, il ticket con l’ex first lady sarebbe “inarrestabile”.
Con il voto dei neri garantito da Michelle e quello dei progressisti acquisito da Bernie Sanders, Biden-Obama vincerebbero le elezioni. “Il 21 gennaio 2017 – continuava il Nyp, scrivendo il plot d’un film complottista -, Joe e Jill Biden potrebbero annunciare che il neo presidente, 79 anni, non può adempiere ai doveri del suo ufficio e si dimette… Michelle diventa così presidente e nel 2024 corre per un secondo mandato”. Meno fantasiosa invece l’ipotesi che Biden, se eletto, sia presidente per un solo mandato e che la sua vice possa aspirare a essere la candidata democratica nel 2024.
Sul fronte del coronavirus, i decessi negli Usa si avvicinano ai 47mila, i contagi superano gli 842mila, stando ai dati della Johns Hopkins University. Ieri, il presidente Donald Trump ha firmato il blocco temporaneo per 60 giorni dell’immigrazione, che – sostiene – aiuterà gli americani a trovare un lavoro.
Venti Stati su 50 stanno per riavviare l’attività economica, la Georgia sfidando le raccomandazioni di Trump sui tempi; il Dipartimento della Giustizia valuta cause agli Stati per eccesso di lockdown; e il Missouri si rivale sulla Cina per i danni umani ed economici causati dalla pandemia (“un’assurdità”, commenta Pechino). Le proteste anti-lockdown si succedono – ieri, in Virginia -, ma ora compaiono pure contro-manifestanti, spesso infermieri in camice e mascherina, che bloccano i cortei anti-misure anti-virus.