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Cabaret Italia. Italiani e post-italiani, il meglio del giornalismo di Berselli

Oggi di buon mattino, quando il primo sole rischiara le perplessità notturne, mi sono recato all’edicola approfittando della concessione governativa di svolgere attività motoria nei pressi della propria abitazione. Per fortuna posso acquistare giornali e riviste con facilità e questo rende normale questo periodo che sta rivoluzionando tutte le nostre azioni. Ma questa mattina avevo un motivo in più: un libro speciale mi aspettava e lo aspettavo. Per diversi anni ci siamo chiesti cosa avrebbe detto o scritto Eddy in qualsiasi circostanza. Dal Festival di Sanremo o quel che ne rimane, alla possibilità di elezioni anticipate o posticipate, passando per qualche briciolo di romanticismo calcistico. Ebbene con l’emozione di chi aspetta il suo primo articolo sulla carta stampata mi sono assicurato il nuovo libro di Edmondo Berselli. Come una primavera editoriale ho sfogliato quelle pagine alla ricerca di quella voce che improvvisamente si è sentita ancora più forte e chiara. Non che non lo sia stata in questi anni, ma in realtà mentre tra amici e appassionati si dava vita, consapevolmente o inconsapevolmente, ad un “Circolo Berselli” questa raccolta segna la presenza, a dieci anni dalla scomparsa solo terrena del Maestro, del poliedrico inventore di parole e immagini al quale piacevano gli scoop intellettuali nel vedere quello che gli altri non vedevano. E ci vedeva molto bene, malgrado la perdita di qualche diottria nella copiosa correzione di bozze, all’inizio di una carriera che continua e come se continua. Lungimirante come un Linceo è diventato famoso firmando; cioè lavorando. E quando non scriveva leggeva per scrivere poiché come un infaticabile cesellatore di tutto il raccolto assorbiva il meglio per poterne parlare alla Berselli o il peggio per costruirne i paradossi e per farci capire che anche i grandi sono capaci di sbagliare alla grande appunto. Adesso però vado a leggere le nuove righe; eh si perché Eddy deve essere letto come si fa con un codice miniato. Lettera per lettera. E poi quei titoletti: mini storie. Contenitori per preziosi contenuti. Forse è passato il tempo per dire che cosa avrebbe scritto o detto. Ha lasciato un sentiero ben visibile, ci ha facilitato il lavoro. Ci prende per mano nei giorni in cui l’ispirazione è andata dall’altra parte della terra mentre noi l’aspettiamo che passa, guardando quel foglio bianco che ci sembra pieno solo per l’illusione ottica. Nel suo nome c’è il Mondo. Basta pronunciarlo e qualcosa di bello succede sempre…”tu chiamale se vuoi emozioni”.

Il libro:
In occasione del decennale della sua scomparsa, avvenuta l’11 aprile 2010, Cabaret Italia raccoglie il meglio della produzione di uno tra i più eclettici e vivaci intellettuali degli ultimi quarant’anni, tra articoli per giornali e riviste – «la Repubblica» e «L’Espresso» in particolare –, estratti da libri e alcuni inediti. Con uno stile allegro, ironico e lucidissimo, inconfondibile e inimitabile, sempre diretto e mai imparziale, ma privo di moralismi, quello che ci lascia in eredità è uno straordinario ritratto degli italiani, in bilico tra una psicologia arcaica e comportamenti post-moderni.  


l’autore

Edmondo Berselli, giornalista e scrittore, è stato editorialista del quotidiano «la Repubblica» e del settimanale «L’Espresso». È mancato all’età di 59 anni. I suoi ultimi libri, tutti pubblicati per Mondadori, vantano un’esplicita vena ironica e narrativa: Post-italiani. Cronache di un paese provvisorio (2003), Quel gran pezzo dell’Emilia. Terra di comunisti, motori, musica, bel gioco, cucina grassa e italiani di classe (2004), Venerati maestri. Operetta immorale sugli intelligenti d’Italia (2006), Adulti con riserva. Com’era allegra l’Italia prima del Sessantotto (2007), Sinistrati. Storia sentimentale di una catastrofe politica (2008), Liù. Biografia morale di un cane (2009). È inoltre autore del libro cult Il più mancino dei tiri (il Mulino, 1995), di Canzoni. Storie dell’Italia leggera (il Mulino, 1999) e di L’economia giusta (Einaudi, 2010). A un anno dalla sua scomparsa Mondadori ha pubblicato la raccolta Quel gran pezzo dell’Italia. Tutte le opere 1995-2010.

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