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Casa Bianca, Pentagono e Congresso. Così 5G e GPS scuotono gli Usa

Pentagono, dipartimento del Commercio, Congresso e persino l’industria della Difesa. Negli Stati Uniti sono tutti coinvolti nell’annoso “caso Ligado”, con l’impressione che una soluzione possa arrivare solo dalla Casa Bianca, e in particolare da Donald Trump. La vicenda contrappone da dieci anni l’azienda privata Ligado Networks (che attende l’autorizzazione per operare con i propri satelliti nello spettro radio per comunicazioni a banda larga) e il Pentagono, contrario al via libera per i rischi che ciò comporterebbe per la sicurezza nazionale in virtù di un possibile disturbo sul sistema di navigazione satellitare Gps.

LA NUOVA PUNTATA DI UN LUNGO DIBATTITO

L’ultimo tassello della vicenda è arrivato ieri da Capitol Hill, dove i leader delle commissioni Difesa del Congresso hanno annunciato una possibile iniziativa legislativa per bloccare l’autorizzazione. La settimana calda del “caso Ligado” è iniziata venerdì scorso, quando il sito specializzato C4IsrNet ha rivelato l’imminente via libera da parte della Federal communication commission (Fcc) sull’autorizzazione all’azienda per operare nella banda L, a dispetto di anni di opposizione da parte del Pentagono e di altre agenzie federali. Il report di C4IsrNet citava anche i forti dubbi espressi da due lettere di alti funzionari del Pentagono e da un memo di Thu Luu, responsabile per il Gps dell’Air Force, co-firmato dai rappresentanti di altri dodici agenzie (comprese la Nasa e la Federal aviation administration) inviato alla National telecommunications and information administration (Ntia), agenzia del dipartimento del Commercio che fornisce alla Fcc le informazioni utili per decidere sulle autorizzazioni.

LA PRESSIONE DALLA CASA BIANCA

I tre documenti tuttavia sarebbero rimasti fermi per mesi al dipartimento in questione, senza arrivare alla Fcc. L’hanno fatto solo dopo le rivelazione di C4IsrNet, che attribuiva il blocco alla Casa Bianca e in particolare a Larry Kudlow, che ne guida il National economic council. Sarebbe lui l’artefice della pressione della presidenza in favore dell’autorizzazione, vera chiave di volta dopo anni di dibattito. La ragione è da rintracciare nella volontà di accelerare sulla connettività 5G, elemento che Ligado (consapevole dell’attenzione che l’amministrazione dedica al tema) sostiene di poter garantire se riuscirà ad aumentare la propria azione nello spettro radio per comunicazioni a banda larga.

LA STRADA VERSO L’AUTORIZZAZIONE

In ogni caso, con i nuovi documenti arrivati, il presidente della Fcc Ajit Pai ha dovuto ammettere di non poter “ragionevolmente” affermare che le preoccupazioni del Pentagono siano state risolte, nonostante negli anni Ligado abbia proposto diverse soluzioni per mitigare i possibili impatti sull’infrastruttura Gps. È arrivata puntuale la risposta dell’azienda che ha definito i contenuti del memo “semplicemente stupefacenti”. Controreplica rapida dal Pentagono da parte di Dana Deasy, chief information officer: “Continuiamo a credere che sia nel migliore interesse del governo non perseguire la richiesta di licenza da parte di Ligado”.

IL DIBATTITO ENTRA AL CONGRESSO

Nel frattempo, nella settimana infuocata, il dibattito si è esteso al Congresso. Prima di tutti è arrivata la richiesta di chiarimenti al dipartimento dei Trasporti dal Congresso con una missiva a doppia firma di Peter De Fazio e John Garamendi, rispettivamente presidenti della commissione Trasporti e della sottocommissione Servizi armati della Camera, entrambi democratici. Poi è arrivata la richiesta diretta al presidente Donald Trump di fermare l’autorizzazione, questa firmata dal presidente della commissione Servizi armati del Senato Jim Inhofe (repubblicano), dal leader dell’opposizione presso lo stesso organo Jack Reed e dal collega della Camera (repubblicano) Mac Thornberry. Sono i massimi leader parlamentari sui temi militari, al cui appello manca solo Adam Smith, presidente della commissione Servizi armati della Camera.

L’ORDINE DI PAI…

La loro lettera comunque non è bastata. Giovedì, le agenzie di stampa d’oltreoceano hanno fatto circolare una bozza di ordine del presidente della Fcc Ajit Pai che dà a Ligado l’agognata autorizzazione, previa approvazione a maggioranza semplice da parte dei cinque membri della commissione. Secondo Pai, è “nell’interesse pubblico” dare il via libera all’azienda, “imponendo nel contempo condizioni rigorose per prevenire interferenze dannose” al sistema Gps, condizioni che l’ordine della Fcc conterebbe nero su bianco. È lo stesso C4IsrNet ad attendersi un voto favorevole “nel prossimo futuro”, elemento che ha ulteriormente alimentato e allargato il dibattito.

…E LE REAZIONI

Ad accogliere positivamente la bozza di Pai è stato (come prevedibile) Ivan Seidenberg, presidente del board di Ligado: “Ho sempre creduto che operare nello spettro della banda L potesse rappresentare una differenza significativa nella capacità di connessione del Paese”. A criticare l’ordine sono state invece ben 22 tra organizzazioni e aziende che hanno firmato una lettera indirizzata alla Fcc in cui chiedono, vista la mole di documenti arrivate nelle ultime settimane e la richiesta di autorizzazione piuttosto datata, di ripartire da zero nella propria valutazione. Tra i firmatari spicca l’Aerospace Industries Association, l’associazione delle industria dell’aerospazio e difesa.

L’INIZIATIVA LEGISLATIVA

Alla lettera si è aggiunta la nuova ondata di critiche dal Congresso, questa volta accompagnata con l’annuncio della possibilità di passare all’azione: un’iniziativa legislativa per bloccare l’eventuale autorizzazione della Fcc. L’ipotesi può contare tra l’altro anche sul democratico Adam Smith. Inizialmente più in disparte (non ha firmato la lettera dei tre colleghi), è stato lui ha inviare una nota diretta a Pai e al capo del Pentagono Mark Esper, cercando di fare sintesi dei dubbi parlamentari: “la creazione di reti 5G non deve in alcun modo ostacolare la capacità operativa dei nostri militari”, sebbene si riconosca che “l’azione aggressiva e globale della Cina e delle sue aziende sul 5G rappresenti una notevole sfida alla sicurezza”. Anche Ligado ha comunque i suoi supporter a Capitol Hill, tra cui soprattutto membri delle commissioni Commercio e delle sottocommissioni Comunicazioni e tecnologie, quelle su cui negli anni è riuscita a indirizzare maggiormente la sua azione di lobby.

LA SINTESI DI TRUMP

L’impressione è però che la partita si giochi all’interno dell’amministrazione. Il segretario alla Difesa Mark Esper ha già fatto proprie con vigore le rimostranze di tutte le strutture militari all’eventuale amministrazione. D’altra parte, a sostegno di un impulso al 5G made in Usa ci sono dei pezzi grossi del gabinetto di Trump, tra cui l’attorney general William Barr e il segretario di Stato Mike Pompeo. L’impressione è che toccherà ancora una volta all’inquilino della Casa Bianca fare sintesi delle varie posizioni, risolvendo dunque una questione ormai decennale. La Federal communication commission, notano gli esperti, è un organo indipendente. Eppure, aggiungono, la linea della presidenza sarà questa volta determinante.

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