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Se la Cina supera la Russia in fake news. E l’Italia è Paese target. Parla Bret Schafer

“L’Italia è stata il terzo Paese più citato dal governo russo e cinese e dagli account dei media finanziati dai governi su Twitter nell’ultimo mese”, ha spiegato Bret Schafer, media and digital disinformation fellow dell’Alliance for Securing Democracy del German Marshall Fund, a Formiche.net. Con lui abbiamo cercato di capire come agisce in questi tempi di pandemia la propaganda cinese e russa sui social, quali sono le analogie e le differenze, e come l’Italia sia finita nel mirino di entrambe.

Come mai i diplomatici cinese sono sempre più presenti sui social media occidentali?

Nell’ultimo anno il numero di account diplomatici e governativi cinesi su Twitter è aumentato di oltre il 250 per cento. Probabilmente non è un caso che questo aumento abbia coinciso con le proteste di massa a Hong Kong (iniziate praticamente un anno fa) e con altre sfide geopolitiche come la battaglia su Huawei, la questione degli uiguri nello Xinjiang e il Covid-19. Prima del 2019 su Twitter erano presenti meno di 40 account diplomatici e governativi, oggi ce ne sono più di 120. 

Strano per un social media vietato in Cina, no?

Questo ci suggerisce che la Cina sta dando priorità alla sua narrazione verso l’esterno.

In che cosa sono simili le propaganda di Cina e Russia sul coronavirus?

I media russi e cinesi finanziati dallo Stato stanno entrambi tentando di dipingere i rispettivi governi come attori responsabili e generosi in questa crisi, in contrasto con i governi occidentali che spesso vengono dipinti come inetti. La differenza principale è che i diplomatici cinesi e i media dello Stato-partito cinese sono stati più attivi nel cercare di deviare le critiche incolpando gli altri della pandemia. E lo fanno anche attraverso la disinformazione. 

Per esempio, distorcendo le parole dello scienziato Giuseppe Remuzzi per sostenere che il virus sia nato in Italia…

Questo approccio – alimentare teorie alternative sostenute da altri – è tipico della disinformazione russa, ma è stato adottato dai cinesi per seminare confusione sulle origini del virus. Inoltre, abbiamo visto diplomatici cinesi ritwittare teorie del complotto, come Lijian Zhao, che ha ritwittato un articolo secondo cui il virus sarebbe stato stato creato in un laboratorio americano di armi biologiche. 

E dalla Russia?

È interessante notare che non abbiamo visto funzionari russi o media finanziati dallo Stato russo alimentare teorie del complotto sul Covid-19. Certamente hanno criticato l’Occidente per la sua risposta collettiva, ma, in questo caso, i ruoli tradizionali degli organi del governo russo e cinese sembrano in qualche modo invertiti, in quanto, più della Russia, la Cina ha alimentato fake news.

Perché la propaganda cinese verso l’esterno si concentra anche su cultura e salute come raccontano i dati della vostra Hamilton 2.0 dashboard?

La Cina utilizza tradizionalmente i suoi canali di informazione per promuovere un’immagine positiva del Paese, compresa la sua cultura. Ciò racconta come la Cina si preoccupi della sua reputazione internazionale più di quanto faccia la Russia. Quanto invece ai contenuti relativi alla salute si tratta probabilmente di una scelta meno strategica ma figlia delle circostanze. Il coronavirus è un argomento globale così importante che non hanno altra scelta che affrontarlo quotidianamente.

E la propaganda russa?

L’approccio russo alla narrativa è – al di fuori del coronavirus – molto diverso da quello della Cina. L’obiettivo principale della Russia è di allontanare la gente (compresa la sua stessa gente) dall’Occidente e dai valori occidentali, piuttosto che promuovere un’immagine positiva della Russia o del governo russo. I nostri dati mostrano che i media internazionali russi, specialmente le televisioni, raramente parlano della Russia. Meno del 4% dei contenuti che abbiamo analizzato di RT America e RT UK ne parla e, nella maggior parte dei casi, quando lo fa è in contesti geopolitici o di impegno militare. Ci sono alcuni media russi finanziati dallo Stato che promuovono la cultura russa, ma i loro canali e organi più popolari, cioè RT e Sputnik – raramente si concentrano di cultura, politica o questioni sociali russe.

Qual è il quadro che emerge dell’Italia dalla vostra Hamilton 2.0 dashboard?

Prima del Covid-19 l’Italia non era tra i principali obiettivi della propaganda russa e cinese. Detto questo, è importante tenere a mente che oltre a Twitter noi monitoriamo solo siti Web e tv in lingua inglese. Ma in effetti l’Italia è stata il terzo Paese più citato dal governo russo e cinese e dagli account dei media finanziati dai governi su Twitter nell’ultimo mese. Quasi tutte queste menzioni sono correlate al Covid-19, ma c’è chiaramente una battaglia comunicativa per raccontare che i due governi stanno fornendo assistenza. Per quanto riguarda i russi, questi messaggi sono spesso accompagnati da quelli sul fallimento dell’Unione europea nell’assistere l’Italia.


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