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Coronavirus, così il Portogallo ha sconfitto la pandemia

Il Portogallo sembra avercela fatta nella battaglia contro la pandemia da coronavirus. Il presidente Marcelo Rebelo de Sousa ha annunciato che sabato 2 maggio sarà revocato lo stato di emergenza. La decisione non significa un “liberi tutti”, perché l’epidemia è non è finita, ma è un primo passo, importante, per fare tornare il Paese alla normalità.

“Ciò che è importante in questa nuova fase – ha spiegato Rebelo de Sousa – è che i portoghesi sappiano che il contenimento rimane importante: dovremo quindi procedere a piccoli passi e valutare costantemente la situazione”. Il presidente ha spiegato che si spera di non dovere ricorrere ancora una volta alla misura di emergenza. Da quanto si legge sul quotidiano Publico, il Portogallo ha la situazione sotto controllo, per cui spera di riaprire in maniera progressiva tutte le attività e servizi.

Lo stato di emergenza, dichiarato lo scorso 18 marzo, ha permesso al governo di applicare una serie di misure di contenimento si sono rivelate particolarmente efficaci. In Portogallo ci sono 24.322 casi accertati di coronavirus e 948 vittime.

Il ritorno alla normalità per i portoghesi sarà progressivo. Il presidente Rebelo de Sousa incontrerà il primo ministro, António Costa, e un gruppo di esperti per valutare la situazione. Il governo, ad oggi, pensa di autorizzare la riapertura dei piccoli negozi la prossima settimana, mentre per gli asilo nido bisognerà aspettare giugno. Il processo di sanificazione delle scuole, che riapriranno il 18 maggio, è in mano alle forze armate.

Secondo Rebelo de Sousa, la chiave del successo del Portogallo nella gestione della pandemia Covid-19 in questa nuova fase sarà l’evoluzione costante dei dati, e ha sottolineato che la fine dello stato di emergenza non comporta la fine dei controlli.

In Portogallo il numero di morti per coronavirus è molto basso rispetto ad altri Paesi in Europa. Alcuni esperti sostengono che il fenomeno è dovuto ai pochi test che sono stati fatti (circa un 80% in meno). L’Ordine dei Medici portoghese ha lanciato l’allarme per un aumento nei numeri di decessi negli ultimi mesi. Nella loro rivista è stato pubblicato un report che sostiene che tra il 1 marzo e il 22 aprile sono morti circa 4000 persone in più rispetto l’anno scorso. Ma le autorità sanitarie hanno disistimato l’annuncio.

Un editoriale pubblicato dal quotidiano El País, intitolato “Esemplare Portogallo”, sostiene che “nella buona gestione del Portogallo nella crisi del coronavirus spicca il clima di collaborazione politica tra governo e opposizione”.

Il Portogallo presenta un indice di mortalità per milione di abitanti di 77 persone e misure consigliate per il confinamento e la paralisi delle attività non essenziali che sono state attuate prontamente e con efficacia: “Un successo – se si può parlare di successo in queste circostanze nei quali ci sono morti – attribuibile non solo alla responsabilità dei cittadini portoghesi, ma anche alle istituzioni e alla classe politica”.

“Gli epidemiologi – conclude l’editoriale – non conosceranno mai gli effetti della tranquillità parlamentaria e sociale sulla diffusione di un virus, ma sì che la collaborazione di tutti i gruppi politici portoghesi, sindacati, associazioni di imprenditori e istituzioni come la Chiesa riesce a ridurre la tensione nei social network e, ancora più importante, nelle strade del Paese”.

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